Di Zio: “Prosegue l’impegno di Cia nel delineare, attraverso azioni specifiche e mirate, programmi di rilancio delle aree della nostra regione“
REGIONE – Farà tappa anche in Abruzzo il 23 ottobre il roadshow di Cia-Agricoltori Italiani per presentare il progetto di riforma, “Il Paese che vogliamo”. L’iniziativa, lanciata da Cia nell’ultima assemblea nazionale, vuole richiamare l’attenzione sulle azioni ritenute non più rinviabili e necessarie all’Italia.
Dagli interventi di manutenzione delle infrastrutture alle politiche di governo del territorio, dallo sviluppo di filiere a vocazione territoriale a nuovi sistemi di gestione della fauna selvatica e alla coesione istituzioni-enti locali per il rilancio delle aree interne in Europa: queste le urgenze individuate da Cia e ora oggetto di una serie di tavoli tematici, organizzati da Nord a Sud Italia, proprio nelle aree rurali e interne dove crescono criticità legate alla geografia del territorio e soprattutto ai ritardi in manutenzione e ammodernamento delle infrastrutture fisiche e digitali.
Il viaggio nelle tappe delle aree interne partirà da Liguria e Piemonte il 2 settembre a Sassello (Savona) e a seguire la Campania con Benevento il 4 settembre. Si passerà poi elle Marche con l’evento a Castelsantangelo sul Nera, centro fortemente colpito dal sisma 2016, e infine in Abruzzo, in una location da definire.
“Prosegue l’impegno di Cia nel delineare, attraverso azioni specifiche e mirate, programmi di rilancio delle aree della nostra regione” – afferma il presidente Cia Abruzzo, Mauro Di Zio – con il pieno coinvolgimento degli operatori del settore agricolo aprendoci a un confronto chiaro con interlocutori politici e sociali al fine di rendere più coeso il Paese anche dal punto di vista dei servizi”.
L’obiettivo del roadshow, promosso dagli Agricoltori Italiani di Cia, è quello di attivare un confronto costruttivo a più voci che vada al di là degli obiettivi formali. Occorre, sottolinea la Cia, pianificare lo sviluppo di verde urbano e bioedilizia, passando per la valorizzazione del presidio degli agricoltori, il contrasto del consumo di suolo, l’abbandono e lo spopolamento delle aree rurali e marginali, e salvaguardando il patrimonio boschivo. E ancora: favorire reti d’impresa territoriali, nonché accelerare il piano di intervento sulla questione fauna selvatica.
Il progetto si concluderà nella primavera del 2020 con la presentazione dei risultati di questo lavoro, raccogliendo più voci tra istituzioni, associazioni e realtà economiche del territorio.