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Il sindaco Mascia: l’ospedale di Pescara diventerà un polo d’eccellenza

da Annarita Ferri

Replica del primo cittadino alle accuse mosse dal Pd

PESCARA – L’ospedale civile di Pescara diventerà un polo d’eccellenza: è questa la promessa del sindaco di Pescara Luigi Albore Mascia nella presentazione del progetto di potenziamento della struttura sanitaria che avrà 40 posti letto in più, divenendo così entro dicembre 2011 il primo nosocomio d’Abruzzo  in quanto passa dagli attuali 555 a 595 posti letto.

E continua l’ illustrazione replicando ai tre sindaci del Pd e al segretario provinciale del Partito democratico:

E’ il dato incontrovertibile ed inequivocabile emerso nel corso del vertice del Comitato Ristretto dei Sindaci, un dato riportato fedelmente sul verbale della riunione alla quale, peraltro, erano presenti anche i sindaci di Popoli, Emidio Castricone, padre del segretario provinciale del Pd Antonio Castricone, il sindaco di Bussi Marcello Chella e il sindaco di Penne Donato Di Marcoberardino che hanno udito personalmente il Piano di riorganizzazione della sanità sulla provincia di Pescara.

Se il Pd pensa di continuare a gestire la sanità e i nostri ospedali con la sola arma della politica strumentale, criticando qualunque programma di riassetto redatto dal centro-destra, falsando anche dati oggettivi, non credo che renderà un buon servizio al territorio che, alla fine, al di là dei finti numeri diffusi dal Pd, avrà modo di rendersi conto personalmente della realtà.


Nel corso della riunione del Comitato ristretto dei sindaci infatti, si sono affrontate le problematiche dell’ospedale di Pescara, di Penne e di Popoli, ciascuno dei quali subirà un processo di valorizzazione .

In qualità di sindaco di Pescara Mascia ha  condiviso ed espresso soddisfazione nello specifico per il piano di potenziamento del nosocomio di Pescara in cui  verrà ridotto anche il day hospital,come spiega il primo cittadino pescarese:

Spesso oggi utilizzato in modo improprio per erogare semplici prestazioni ambulatoriali, come radiografie o esami, che possono invece essere eseguiti dall’esterno.

Pescara avrà poi ben 20 posti letto per la terapia intensiva neonatale, dunque 10 posti letto in più rispetto a oggi, valorizzando quella che oggi è un’eccellenza, un reparto dove si riescono anche a trattare bambini di appena 500 grammi di peso.

Quei 10 posti letto in più ci permetteranno di ridurre l’emigrazione dei pazienti verso Ancona o San Giovanni Rotondo.

Le modifiche  riguarderanno anche il personale attraverso l’assunzione di risorse umane altamente specializzate e professionalmente preparate. Ci saranno assunzioni sul personale di sala operatoria, strumentisti e unità per il Pronto soccorso e 4 nuovi primari, per sostituire altrettanti pensionamenti, che lo stesso manager acquisirà dai centri di più elevata specializzazione in Italia e all’estero. Inoltre nell’ospedale adriatico arriverà  anche la prima Tac-Pet metabolica-oncologica della regione.

Alla luce di tutte queste varianti in atto,il sindaco Mascia ammette di non  comprendere dove il segretario provinciale del Pd Castricone abbia accusato l’attuale amministrazione di fare dei ‘tagli’ di 100 posti letto nell’ospedale di Pescara,perciò prosegue affermando:

Castricone che continua a leggere il Piano sanitario con gli occhi strumentali della politica, senza accettare la realtà, ossia un programma di riordino che, accanto alla riduzione degli sperperi, punta a restituire all’ospedale di Pescara quella centralità che merita. Una centralità che la passata gestione del Pd non è stata in grado di dare, penalizzando la struttura pescarese a favore di scelte di puro campanilismo.

Posso comprendere invece le preoccupazioni espresse dai sindaci di Penne e Popoli, che però, come ha ben illustrato il manager D’Amario, non perderanno servizi, come ambulatori o il Pronto Soccorso, ma piuttosto diventeranno ospedali regionali specializzati.

Sulla struttura di Popoli infatti, saranno allestiti 110 posti letto di superspecializzazione riabilitativa,con la presenza di rianimatori all’interno dello staff per supportare la riabilitazione superintensiva dallo stato di coma al risveglio e alla ripartenza iniziale del paziente, dunque ugualmente non sparirà la terapia intensiva, soprattutto quella post-chirurgica.

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