REGIONE – Al 30 giugno 2019 le imprese attive nell’agricoltura e allevamento in Abruzzo sono 25.878 che costituiscono il 3,6% del totale nazionale e pongono la regione al 13° posto nella relativa graduatoria italiana nella quale emergono Sicilia e Puglia (rispettivamente 10,9% e 10,7%). E’ quanto risulta dai dati resi disponibili dalla banca dati Stockview del sistema informativo Movimprese delle Camere di Commercio ed elaborati dal CRESA.
Tra le varie classi di attività emergono le imprese che si occupano della coltivazione di colture permanenti (quali ad esempio uva, olive, agrumi, alberi da frutta) che rappresentano il 41,3% del totale regionale, seguite da quelle che si dedicano alle colture non permanenti, quali cereali, ortaggi, tabacco, piante tessili (33,0%) e quelle che associano le attività agricole all’allevamento (16,4%). L’allevamento esclusivo è praticato dal 7,5% delle imprese mentre quote molto residuali sono rappresentate dalle attività di supporto all’agricoltura (1,5%) e dalla riproduzione delle piante (0,2%).
Tutte le classi di attività hanno subito nel primo semestre del 2019 in Abruzzo una flessione del numero delle imprese attive, andamento che prosegue la tendenza in calo verificatasi nell’ultimo quinquennio 2018-2013, quando sono diminuite le imprese che si occupano di coltivazioni non permanenti, permanenti, allevamento e attività di supporto all’agricoltura (rispettivamente -7,6%, -7,3%, -6,6%, -7,0%). Le uniche attività ad aver registrato aumenti sono state la riproduzione delle piante e le coltivazioni associate all’allevamento (rispettivamente +70,4% e +1,9%).
Scendendo al dettaglio provinciale, prevale Chieti dove al 30 giugno 2019 sono ubicate 12.518 imprese pari a quasi la metà (48,4%) del totale regionale. Segue Teramo (21,8%) e poi Pescara (15,9%) e L’Aquila (13,9%). Tra le varie classi di attività emerge la specializzazione[1] di Chieti nella coltivazione delle colture permanenti (1,7), Teramo nelle coltivazioni associate all’allevamento (3,3), Pescara nella riproduzione delle piante e allevamento degli animali (rispettivamente 1,9 e 1,5) e L’Aquila nell’allevamento degli animali, nelle coltivazioni non permanenti e nella riproduzione delle piante (rispettivamente 3,0, 1,8 e 1,6).
Anche a livello provinciale l’andamento rilevato nel primo semestre del 2019 è stato ovunque negativo e segue la tendenza in calo verificatasi nel corso dell’ultimo quinquennio 2018-2013. Diminuiscono le imprese di tutte le classi di attività in tutte le province, con la sola eccezione delle coltivazioni associate all’allevamento e della riproduzione delle piante che al contrario migliorano ovunque.
[1] Per specializzazione si intende il rapporto tra il peso che le imprese di una classe di attività assumono sul totale delle imprese nella provincia e l’analogo peso che lo stesso comparto assume nella regione.
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