PESCARA – L’Abruzzo delle imprese artigiane prova a invertire il trend negativo che lo penalizza da anni: dal terzo trimestre del 2019 arrivano timidissimi segnali di ripresa – anche se forse sarebbe meglio dire di frenata della crisi inarrestabile – nonostante la performance negativa del territorio pescarese. Questo il quadro che emerge dall’ultimo rapporto “La dinamica delle imprese artigiane in Abruzzo” realizzato da Aldo Ronci per la Cna Abruzzo. Lo studio, basato su dati di movimprese.it, analizza il dato abruzzese in merito alle aperture e chiusure delle imprese in generale, e delle imprese artigianali in particolare, mettendolo a confronto con quello italiano nei primi nove mesi dell’anno e nel terzo trimestre. Complessivamente, per quanto riguarda il totale delle imprese, nei primi nove mesi del 2019, l’Abruzzo pur segnando un + 0,10% e + 426 unità, realizza il peggior risultato degli ultimi cinque anni notevolmente più basso della media nazionale (+0.35%) e confermando una tendenza alla bassa crescita presente da tempo. Numeri che, tuttavia, segnano un parziale miglioramento nell’ultimo trimestre, in cui l’Abruzzo si attesta sulla stessa media nazionale (+0,23%).
Più articolata la situazione delle imprese artigiane: in questo caso la regione si allinea all’andamento degli ultimi quattro anni, quadruplicando con un -1,55% il già negativo dato nazionale che è pari al -0,40%. Anche in questo settore, però, sono visibili segnali di ripresa o quantomeno di rallentamento della discesa, considerato che nell’ultimo trimestre il dato è sostanzialmente in pareggio: -0,03% più vicino a quello italiano di +0,10%.
A riportare verso il segno positivo l’Abruzzo, nell’ultimo trimestre, non sono bastate le buone performance nel settore dei servizi alla persona e delle costruzioni nelle province di Teramo e dell’Aquila, e in quello dei servizi alle imprese in tutte le quattro province esclusa Pescara. Proprio quest’ultima, infatti, è l’unica provincia abruzzese con un dato negativo (pari a -0,71%) che influisce in maniera decisiva sul risultato complessivo regionale. Nel Pescarese, infatti, si misura una discesa generalizzata in tutti i settori dell’artigianato, che si fa più pesante in quelli della manifattura e delle costruzioni.
«I timidi segnali di ripresa indicati dallo studio di Ronci – osserva il direttore regionale di CNA Abruzzo, Graziano Di Costanzo – se da una parte segnalano forse una luce in fondo al tunnel degli anni recenti, dall’altro indicano la necessità che tutto questo, per strutturarsi in ripresa stabile, abbia bisogno di contare sul sostegno pubblico. Non è un mistero che le associazioni d’impresa hanno avviato con l’assessorato alle Attività produttive della Regione Abruzzo una discussione basata sulla realizzazione di diverse misure a partire dal sostegno del credito, dell’internazionalizzazione, della digitalizzazione, della trasmissione d’impresa, senza dimenticare l’abbattimento della pressione fiscale e la velocizzazione dei bandi, che appaiono le sole in grado di dare davvero un futuro al mondo della micro impresa e dell’artigianato».
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