+6,9% il numero dei giovani imprenditori che credono che l’agricoltura sia capace di offrire e creare opportunità occupazionali e di crescita
REGIONE – In controtendenza rispetto all’andamento generale nel 2020, con la crisi provocata dall’emergenza Covid in Abruzzo si registra dal 2019 un balzo del 6,9% del numero di giovani imprenditori in agricoltura, pari complessivamente a 1567 aziende under 35. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti Abruzzo su dati Unioncamere relative al settembre 2020 che evidenziano una corsa alla terra degli under 35 che abbandonano invece le altre attività produttive, dall’industria al commercio.
“Il rinnovato fascino della campagna per i giovani – dice Coldiretti Abruzzo – si riflette nella convinzione comune che l’agricoltura sia diventata un settore capace di offrire e creare opportunità occupazionali e di crescita professionale, peraltro destinate ad aumentare nel tempo. La capacità di innovazione e di crescita multifunzionale porta le aziende agricole dei giovani ad avere, a livello nazionale, una superficie superiore di oltre il 54 per cento alla media, un fatturato più elevato del 75 per cento della media e il 50 per cento di occupati per azienda in più. E se tra gli under 35 c’è chi ha scelto di raccogliere il testimone dai genitori, la vera novità rispetto al passato – continua la Coldiretti – sono gli agricoltori arrivati da altri settori o da diverse esperienze familiari che hanno deciso di scommettere sulla campagna con estro, passione, innovazione e professionalità, i cosiddetti agricoltori di prima generazione”.
“Oggi – sottolinea Silvano Di Primio, presidente regionale di Coldiretti – anche in Abruzzo sono sempre di più le imprese under 35 che operano in attività che vanno dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla vendita diretta, dalle fattorie didattiche alla cura del paesaggio e alla produzione di energie rinnovabili. Il risultato è che spesso le aziende agricole condotte da giovani sono più strutturate e detengono un fatturato più alto della media. Il rinnovato interesse per il settore primario lascia ben sperare per il futuro, che ha bisogno di quel dinamismo tipico delle nuove generazioni proprio in un momento difficile come questo a causa dell’emergenza sanitaria. Ecco perché è necessario aiutare e supportare le giovani generazioni con la sburocratizzazione, con la facilitazione dell’accesso al credito e il pieno utilizzo delle risorse comunitarie”.