Il presidente Renzo Di Sabatino invita gli imprenditori a entrare nelle associazioni e a partecipare: “In caso contrario rischiamo di scontare una debolezza nei nuovi assetti territoriali”
TERAMO – “La delicata partita dell’area di crisi complessa in Vibrata, la necessità di intercettare i segnali di ripresa e di sostenere le aziende che tornano a investire, i processi di innovazione che stanno caratterizzando alcuni settori produttivi del teramano. C’è bisogno di una maggiore rappresentatività del nostro sistema impresa, soprattutto in vista dei nuovi assetti territoriali delle associazioni di categoria e del progetto di riforma delle Camera di Commercio.” A sostenerlo è il presidente Renzo Di Sabatino anche alla luce dell’esperienza che sta svolgendo la Provincia all’interno del Coordinamento nazionale per il Piano di rilancio dell’area Vibrata-Piceno (dove si lavora insieme alle Marche) e dal confronto di queste ultime settimane con imprese, associazioni e sindacati.
“Confindustria Teramo si è fusa con Pescara-Chieti, la Camera di Commercio dovrebbe fondersi con quella dell’Aquila e non entro nel merito di nessuna di queste scelte ma rilevo, come abbiamo avuto modo di constatare sia al tavolo dell’Opes che a quello della Vibrata che vi è una scarsa adesione e partecipazione delle aziende negli organismi associativi – dichiara Di Sabatino – una circostanza che nella logica dei nuovi assetti territoriali rischia di trasformarsi immediatamente in una debolezza. Qualunque sia il tavolo il risultato dipenderà anche dai rapporti di forza che, in questo momento, ci vedono in netta minoranza. Sicuramente c’è una sottovalutazione dei processi che si metteranno in moto e di cui già vediamo i primi effetti visto che rincorriamo dinamiche che non determiniamo. Se è vero che le istituzioni devono fare la loro parte è altrettanto importante che le aziende teramane facciano lobby innanzitutto rafforzando il loro potere di rappresentatività, alimentando con la loro adesione la forza contrattuale degli organismi di categoria. In questa direzione, considerando la struttura dimensionale delle nostre imprese, c’è da auspicarsi anche una possibile sinergia fra Confindustria e l’Associazione delle piccole e medie imprese”.