“I do my best in my job, anytime, mister …” (“Faccio del mio meglio nel mio lavoro, in qualsiasi momento, signor …”), lo sentii dire con risolutezza, alzando la voce, al telefono nel corso di una conversazione di lavoro, qualche mese fa.
Vero, verissimo. Vittorio non amava le mezze misure. O una cosa non lo interessava affatto, oppure lo coinvolgeva a 360 gradi, al massimo delle sue umane possibilità … anche oltre. Uomo che sapeva ascoltare come pochi, ma amava decidere. Cercava di comprendere tutto e tutti, ma al momento di arrivare ad una soluzione non esitava mai e sapeva prendersi ogni e più ampia responsabilità sia per quello che diceva sia, immancabilmente, per quello che faceva. Era così. Duro, deciso, senza esitazioni, sempre teso alla ricerca di soluzioni, un uomo temprato dalla sua straordinaria attività di manager, ma anche tenero, di una bontà infinita, con chi meritava, a suo giusto avviso, non con tutti.
Vittorio, i suoi affetti (moglie e figli che adorava e che abraccio e abbracciamo fortissimo), il manager, il Basket, la New Aurora e Adriatica. Tutto insieme. Come fare per rendergli il giusto omaggio con l’aggiunta di fare un comunicato ufficiale, a nome del suo ultimo sodalizio sportivo, l’Adriatica Basket Pescara?
Avevamo arbitrato insieme, da giovani appassionati di basket, uno sport che avevamo lasciato troppo presto come giocatori e, dopo tantissimi anni, ci siamo ritrovati su sponde opposte, diciamolo con schiettezza, usando un avverbio a lui caro, assolutamente rivali, lui nella New Aurora, io in Adriatica. Il nostro reciproco buon senso, unito a quello degli altri dirigenti, ci ha spinto tuttavia a fare in modo che le due società, rivali da sempre, sorprendessero tutti, ritrovandosi unite in un progetto ambizioso, di quelli che piacevano a Vittorio, in Basket Rosa Pescara. Mi vanto apertamente di essere stato con lui uno dei “Padri Fondatori” di Basket Rosa Pescara, tra i primi a crederci tra i tanti che poi vi hanno profuso e vi stanno profondendo energie e risorse.
Dopo anni di dirigenza nella New Aurora, aveva voluto diventare dirigente di Adriatica, ma nel quadro di un progetto unitario che le vedeva insieme, a costruire il presente e il futuro del basket femminile pescarese. Una scelta non di campanile, ma dettata da ragioni pratiche di necessità di lavoro e di presenza e lui, dove più c’era da lavorare e da essere presente non voleva mai mancare, anzi, lo si vedeva davanti a tutti, imponente, risoluto e … sorridente.
“Caro Sandokan – mi disse felice al telefono un giorno – il tuo amico Sambigliong, ha lanciato il suo urlo di guerra … Sono stato in Confindustria a presentare il nostro progetto … sono fiducioso. Ti ho mandato una foto … vedrai che bella la mia cravatta con la tua cartellina rosa!”. E giù la sua risatona migliore, quella contagiosa che riusciva a farti sorridere anche quando non volevi.
Cari amici, l’immagine di Vittorio che per sempre conserverò nel cuore sarà quella che ho deciso di pubblicare qui e di inviare a tutti, unitamente a queste parole scritte con passione e tanta … fatica (a 54 anni suonati non mi vergogno affatto a dirlo), piangendo di continuo! È una foto magica che lo ritrae, il giorno predetto, in una sintesi unica, come manager, uomo di sport e amico in tutte e tre i ruoli contemporaneamente, con il suo sguardo fiero e, al contempo, sorridente, una foto cui non si può aggiungere altro che il pianto.
La nostra redazione ha ricevuto e deciso di pubblicare questo toccante ricordo di Vittorio Sargiacomo, storico dirigente di basket, da parte di Giuseppe Toletti, che lo ha conosciuto bene ed ha condiviso con lui la passione per il basket…
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