Situato nel piazzale antistante l’ingresso Visitatori dell’Ospedale Civile ricorderà la figura del professor Torlontano , pioniere del trapianto di midollo e scienziato illuminato, ma anche la sua straordinaria carica di umanità ed il suo appassionato impegno civile
PESCARA – Si è svolta ieri a Pescara la cerimonia promossa per l’inaugurazione di ‘Largo Glauco Torlontano’, situato nel piazzale antistante l’ingresso Visitatori dell’Ospedale Civile di Pescara, all’incrocio tra via Fonte Romana e via Monte Faito. Presenti alla Cerimonia l’intera famiglia del professor Torlontano, la moglie Teresa, i figli Giuliano, Massimo e Fabio, con le rispettive famiglie, i nipoti del medico, e poi il Presidente della Provincia di Pescara Guerino Testa, il Presidente del Consiglio regionale Nazario Pagano, il senatore Andrea Pastore e il senatore Franco Marini, l’onorevole Vittoria D’Incecco, gli assessori Nicola Ricotta e Vincenzo Serraiocco, il capogruppo del Pdl Armando Foschi e il consigliere regionale Maurizio Acerbo. Ma soprattutto erano presenti tantissimi cittadini e medici, tra cui i professor Di Bartolomeo e Marco Lombardo, allievi di Torlontano.
Il sindaco di Pescara Luigi Albore Mascia nel corso di tale cerimonia ha detto:
con l’inaugurazione odierna di ‘Largo Glauco Torlontano’ abbiamo scritto un’altra pagina della storia della nostra città, lasciando un segno tangibile della stima, dell’apprezzamento e dell’amore che l’intera regione Abruzzo tributa a quell’uomo straordinario che è stato Torlontano, scienziato, ricercatore, medico di un’umanità fuori dal comune, e poi politico appassionato con un impegno civile portato avanti sino all’ultimo giorno. Aver potuto scoprire oggi come sindaco la Targa che porta il nome di un ‘benefattore dell’umanità’, alla presenza di tutta la sua famiglia, è un onore che mai dimenticherò.
Ha ricordato poi il sindaco:
quella mattina dell’11 novembre di un anno fa il professor Torlontano era pronto per un’altra giornata appassionata e impegnativa quando, uscendo di casa, fu colto da quel perfido, acutissimo dolore che, da ottimo medico anche di se stesso, riconobbe subito. Chiese alla signora Teresa di chiamare un’ambulanza che, in pochi minuti, lo trasportò in quell’amato suo ospedale civile, ma fu tutto inutile purtroppo. Il grande, umanissimo medico, lo scienziato illuminato, pioniere della moderna ematologia, il grande uomo generoso, spigoloso, irascibile, era giunto all’ultima ora della sua lunga vita. Un’ultima ora la cui presenza gelida era a lui ben nota, per aver dovuto accompagnare a quella soglia tanti suoi amati pazienti, cercando, spesso riuscendo, ad alleviarne la raggelante sofferenza con la sua scienza, coscienza e umanità. Glauco Torlontano, in quel venerdì di un anno fa, è andato a raggiungere i tanti suoi amici, colleghi medici pescaresi con cui, dopo aver condiviso la rinascita di Pescara e dei suoi abitanti, si è sicuramente ricongiunto in un luminoso, grande Empireo, e con essi certamente continua a confrontarsi e discutere di quella Scienza Medica che in virtù della sua scuola di professionalità e della sua formazione umana egli sapeva di dover considerare impotente, se non indissolubilmente unita all’Amore e al rispetto per l’Uomo sofferente. Avrà certamente condiviso, con quel suo carattere deciso e burbero, questa visione umanocentrica della scienza medica anche con un Santo, Padre Pio da Pietralcina, che egli conobbe e frequentò quando fu primario di Medicina all’Ospedale ‘Casa Sollievo della Sofferenza’ di San Giovanni Rotondo, da cui, peraltro, nel 2006, ricevette il prestigioso Premio Nazionale di Ematologia ‘Mario Carotenuto’, riconoscimento che andò, non ultimo, ad aggiungersi ai tanti già a lui conferiti a livello nazionale e internazionale. L’uomo – ha aggiunto il sindaco Albore Mascia – era al centro di ogni interesse scientifico, intellettuale, quotidiano di Glauco Torlontano. Questo è il motivo per cui un uomo tanto distante dalla politica fu politico apprezzato e di molti, grandi successi elettorali. I voti che raccoglieva trasversalmente, infatti, non derivavano solo dalla sua appartenenza politica, ma anche e soprattutto dalla sua umiltà, semplicità e disponibilità quotidiane e nei confronti di tutti. I suoi tre mandati parlamentari al Senato della Repubblica lo hanno visto membro prestigioso della XII Commissione Permanente ‘Igiene e Sanità’ della quale fu anche vicepresidente dal 1992 al 1994. La sua indignazione verso la mancanza di giustizia e di solidarietà lo portarono, poi, anche a essere influente membro della Commissione Parlamentare d’inchiesta sulla cooperazione con i Paesi in via di sviluppo. Ma certo il suo carattere, più che altre ragioni più squisitamente politiche, lo indusse a scendere nell’agone diretto della sua Città. Mi piace ricordare allora l’esperienza da me condivisa con il professor Torlontano pur se da posizioni politicamente diverse nel Consiglio comunale di Pescara, di cui egli fu qualificatissimo componente fino al 2008. Il mio ricordo è di un uomo appassionato, determinatissimo nel sostenere le sue idee, ma sempre assolutamente rispettoso della persona del suo interlocutore, pur se espressione di convinzioni diverse dalle sue, totalmente privo di barriere ideologiche nel sostenere le iniziative che riteneva giuste, a favore di Pescara che lui tanto amava. In quelle occasioni di scontro, anche durissimo, svaniva quel suo essere schivo e riservato, per lasciare il posto a una passione, energia ed esuberanza che erano quasi divenute leggendarie. Oggi mi piace pensare che il Professore, in questo momento, ci stia guardando, con quel suo sopracciglio alzato, forse un po’ perplesso e un po’ infastidito da tanto clamore per lui, riluttante e refrattario agli orpelli. Ma noi intendiamo ricordarlo solennemente, con un segno, un piccolo segno, ma che accosta anche fisicamente il suo nome a quell’ospedale che è stato il punto di riferimento di tutta la sua vita.
Subito dopo il sindaco Albore Mascia e la famiglia del professor Glauco Torlontano hanno scoperto la targa togliendo il drappo rosso, per poi lasciare spazio alla benedizione impartita da Don Giuseppe Natoli, che ha ricordato il giorno delle esequie del professore. Quindi il ricordo del senatore Franco Marini che ha sottolineato la “figura liberale di Glauco, un uomo in cui la scienza si è presto unita la fede, esempio del fare politica oltre le barriere ideologiche e di partito. Un esempio che oggi anche noi siamo chiamati a imitare parlando del problema del porto di Pescara e del dragaggio”.
Infine ha preso la parola il figlio del professore, Giuliano Torlontano:
ringrazio il sindaco Albore Mascia per aver dato seguito a una decisione tempestiva assunta in un quadro bipartisan dal Comune già all’indomani della scomparsa di mio padre, ossia quella di dedicargli una strada vicina il più possibile all’ospedale che è stata la seconda casa di mio padre, con quell’ospedale si è identificato l’impegno professionale e civile. Anzi ricordo che io ho vissuto a Pescara negli ultimi due anni del liceo quando mio padre decise di tornare a lavorare nella sua città che aveva lasciato per seguire gli studi di medicina a Roma e ricordo che io con i miei fratelli e mia mamma non lo vedevamo quasi mai. Per lui lavorare in ospedale non era solo un ‘lavoro’, ma era una missione, e credo che sia stato e sia tuttora un esempio per i suoi colleghi. Largo Glauco Torlontano si affaccia sull’ospedale civile che lui ha difeso con le unghie e con i denti; le mura di quell’ospedale ha contribuito a rinforzarle negli anni in cui il futuro della sanità pubblica in Abruzzo era a rischio. Ricordo che avevo appena cominciato la professione giornalistica, erano gli anni del Ministro Di Lorenzo, e chiedevo a mio padre se mai la sanità privata non potesse offrire un servizio migliore e lui con la sua semplicità e concretezza mi spiegava che ci sono servizi di cui la sanità privata non avrebbe mai potuto sobbarcarsi i costi e che quindi andava difeso il pubblico. La sua è stata una presenza costante in ospedale, anche quando era in aspettativa ha formato una classe di medici di altissimo livello professionale, come il professor Di Bartolomeo, Fioritoni, Iaconi, un team che sta onorando la sanità pescarese. Ringrazio per la presenza odierna il senatore Franco Marini che ha tratteggiato il ritratto di mio padre sotto il profilo ideologico, papà è stato un liberale e mi ha introdotto a quelle letture che mi hanno formato. Quando si è candidato, nel 1987, mio padre non era mai stato un comunista, veniva dall’esperienza del Partito d’Azione, in cui militò nel ’45, poi seguitò a partecipare all’esperienza della democrazia laica, il Partito Radicale, ma mio padre proveniva da un’esperienza laica. Poi andò oltre, è stato un cattolico liberale e accettò con disciplina e dignità il limite dei tre mandati e si ritirò per presentarsi nelle battaglie della sua città e fondò un’Associazione, Sos Inquinamento e si dedicò alla battaglia ambientalista condotta in modo pragmatico, mediando tra scienza e politica. E la sua ultima battaglia fu quella per il potenziamento del trasporto pubblico come risposta ai rischi dell’inquinamento. Cosa ci ha lasciato: al di là dei ricordi personali, mi ha lasciato l’esempio di un uomo che ha sempre dato priorità agli interessi della città. Mi ha insegnato a non separare mai l’impegno professionale da quello civile, e mi ha insegnato la solidarietà sociale, la capacità di venire incontro ai bisogni dei ceti più umili. Il giorno del funerale lo hanno definito un ‘benefattore dell’umanità’, e noi oggi rendiamo onore e omaggio a un ‘benefattore dell’umanità’.