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Inaugurazione del Museo dell’Ottocento a Pescara [FOTO]

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Il sindaco Masci: “L’apertura di un museo non è una retrospettiva del passato ma uno slancio verso il futuro, perché ci collega al nostro vissuto”

PESCARA – Un patrimonio straordinario di arte e di cultura che da oggi impreziosisce e promuove l’immagine internazionale della città di Pescara. Il Museo dell’Ottocento realizza il sogno visionario di Venceslao Di Persio e Rosanna Pallotta, che con l’omonima Fondazione hanno voluto creare un luogo che fosse attrattivo per gli appassionati di pittura di ogni provenienza, lì nella bellissima sede dell’ex Banca d’Italia sul viale intitolato al Vate d’Italia Gabriele d’Annunzio.

Alla presentazione ufficiale del Museo dell’Ottocento, nella sala consiliare del Comune, sono intervenuti questa mattina il Ministro del Turismo Massimo Garavaglia, il professor Vittorio Sgarbi, il sindaco di Pescara Carlo Masci, il presidente del Consiglio regionale Lorenzo Sospiri, e, naturalmente, Venceslao Di Persio e Rosanna Pallotta. Ha introdotto e moderato l’incontro Stefano Papetti.

In un passaggio del suo intervento – rivolgendosi a Di Persio e a sua moglie, Vittorio Sgarbi ha parlato di “operazione di carattere filosofico, di una sorta di smacco allo Stato, perché solo così può essere definita la condizione per la quale un privato crea un bene pubblico e lo offre agli occhi della gente, in un paese dove vi sono 4600 musei, ma solo 475 dello Stato. In questo caso, addirittura, il fondatore ha acquisito anche l’immobile che ospita una mostra che offre opere fondamentali di un periodo storico unico nella storie dell’arte italiana, tanto che appare fin troppo facile sostenere che questa sia e sarà una realtà tra le più importanti d’Italia e con pochi eguali anche all’estero. Quella che può apparire una stravaganza in realtà è l’emblema dell’eccezionalità del lavoro di due straordinarie persone come Venceslao Di Persio e Rosanna Pallotta che per realizzare tutto questo hanno dovuto sopportare lungaggini burocratiche e ostacoli quasi mai comprensibili. E’ per questo che sono particolarmente felice di essere qui oggi. In realtà manca il catalogo ufficiale della collezione, ma ho anche ascoltato con piacere dal presidente del Consiglio regionale Sospiri la notizia di una legge che interverrà in ambito artistico-culturale”.

Il ministro del Turismo Massimo Garavaglia ha dichiarato: “Mi spiace apprendere dei ritardi e delle lungaggini che hanno preceduto l’apertura di questo meraviglioso museo. Ho accettato con piacere di partecipare, e la mia presenza voglio che venga percepita come una sorta di compensazione rispetto alle difficoltà che lo Stato o le sue strutture hanno determinato”.

Subito dopo ha avuto luogo il trasferimento presso la sede del Museo per l’inaugurazione ufficiale e per la visita alle sale che ospitato le opere e che ha visto nelle vesti di guida lo stesso Sgarbi.

Il primo cittadino di Pescara, Carlo Masci, ha affermato: “L’apertura di un museo non è una retrospettiva del passato ma uno slancio verso il futuro, perché ci collega al nostro vissuto, fa di noi i testimoni del tempo e consegna alle nuove generazioni il prodotto della cultura universale. L’Ottocento è il secolo di Gabriele d’Annunzio, la figura più importante di Pescara e quella sicuramente più importante della cultura italiana nella transizione verso il ‘900 e nell’affermazione del Secolo breve, che stravolgerà persino ogni forma artistica: pittura scultura, musica, letteratura, poesia. Venceslao Di Persio – ha continuato Masci – ha fatto di una passione una collezione, e di una collezione un dono alla città che ama e che adesso ha un motivo in più per amarlo. Con il più nobile spirito di un mecenatismo alto e disinteressato, Di Persio non ha mai confuso il prezzo con il valore. I quadri che danno colore e anima al Museo dell’Ottocento non sono una successione di firme di assoluto pregio, che farebbero la gioia di qualsiasi galleria pubblica e privata, ma sono il mondo in due dimensioni e mille suggestioni che Di Persio ha creato assieme a sua moglie Rosanna Pallotta. Oggi questo patrimonio è di tutti, e tutti ne siamo responsabili. Per Pescara l’apertura di questo museo è un segnale importante di rinascita culturale dopo il nefasto periodo della pandemia che ci ha costretti lontani dal bello e spesso anche dall’utile. Ripartiamo dal fascino dell’Ottocento per contrassegnare la nuova stagione pescarese del XXI secolo, con una prospettiva nazionale e internazionale che è in piena sintonia con l’innata vocazione di questa città. La collezione Di Persio è un gioiello prezioso e unico di cui sapremo essere gelosi custodi ed entusiasti divulgatori”.

“La Regione Abruzzo ha già depositato un disegno di legge per sostenere la crescita ulteriore del Museo dell’Ottocento oggi inaugurato a Pescara, frutto del mecenatismo di Venceslao Di Persio e della moglie Rosanna Pallotta. Insieme supporteremo l’organizzazione dei Grandi Eventi che dovranno caratterizzare la vita di una struttura unica, straordinaria, eccellenza pura che oggi rende Pescara una città europea a tutti gli effetti, permettendoci un salto di qualità di livello assoluto. Lo testimonia la presenza alla giornata del Ministro del Turismo Massimo Garavaglia che, a sua volta, ha assicurato l’impegno dello Stato per quel Museo che è da oggi patrimonio d’Italia, come pure di un critico d’arte del calibro di Vittorio Sgarbi”. Lo ha detto il Presidente del Consiglio regionale Lorenzo Sospiri partecipando oggi alla Conferenza stampa convocata per l’inaugurazione del Museo dell’Ottocento avvenuta a Pescara, in via d’Annunzio, Museo che da domani sarà ufficialmente aperto al pubblico.

“Il Museo dell’Ottocento conferma la vocazione tipica dell’Abruzzo e di Pescara in particolare come luogo di cultura, di turismo, di innovazione e di conoscenza – ha sottolineato il Presidente Sospiri –. Oggi per noi, per la Regione, per il Comune, per tutte le Istituzioni, è un giorno di grande festa e proviamo dei sentimenti di gratitudine sincera e commossa nei confronti dei protagonisti della Fondazione Di Persio-Pallotta, Venceslao e la signora Rosanna, che hanno voluto con forza, con tenacia, con convinzione omaggiare l’Abruzzo con una struttura museale unica nel mondo, dove sono custodite opere d’arte dell’800 napoletano e francese che hanno un valore incalcolabile, dipinti frutto di una collezione cresciuta in 35 anni di ricerche, seguendo il filo conduttore dell’800 napoletano e studiando per ciascuno di essi l’esatto allestimento, la cornice più idonea, cercata tra quelle del seicento nelle maggiori aste del mondo, superando anche alcuni pregiudizi di settore. Oggi sembra quasi manchino solo riso e bomboniere per celebrare il matrimonio tra la città di Pescara e la grande cultura. Ora però, dopo la doverosa gratitudine condivisa con l’amministrazione comunale, deve arrivare anche la doverosa collaborazione delle Istituzioni, non possiamo fermarci, e la Regione Abruzzo è pronta a fare la propria parte: il Museo dell’Ottocento della Fondazione Di Persio-Pallotta deve crescere, deve essere messo nelle condizioni, creando le opportunità, di ospitare grandi eventi, di fare formazione, e a tal fine abbiamo depositato un progetto di legge regionale specifico per assicurare il massimo sostegno al Museo e lo dico a nome del Consiglio Regionale e del Governatore Marsilio”.

Per anni Venceslao Di Persio e Rosanna Pallotta hanno cullato l’idea di creare un sito che ospitasse i grandi interpreti della scuola napoletana e di quella di Barbizon, ma non solo. Nelle 15 sale della pinacoteca pescarese, disposte su tre piani, il visitatore viene accompagnato nella storia artistica dell’Ottocento, partendo dal Vedutismo napoletano fino ai resti archeologici di Pompei ed Ercolano, portati alla luce dagli scavi che tanto attrassero artisti e intellettuali europei che animarono il Grand Tour, Napoli e la costiera amalfitana. Tra le tele in mostra (260) c’è quello che può essere definito il primo amore della coppia di mecenati, acquistata nel 1987 a Roma in un’asta da Christie’s: è il ”Ritratto di Mrs. Fry”, dipinto nel 1907 dal pittore romano, napoletano d’adozione, Antonio Mancini, nel suo secondo periodo inglese. Quel quadro ha segnato l’ inizio del lungo amore della coppia di mecenati per l’autore, che potremmo definire il “campione” del Museo, visto che sono ben 17 le sue opere presenti e ospitate in una sala monografica a lui dedicata. Ma è un susseguirsi di grandi autori, da Giacinto Gigante a Teodoro Duclère, l’ olandese Anton Smink van Pitloo, il suo allievo napoletano Salvatore Fergola, Domenico Morelli, Saverio Altamura, Francesco Paolo Michetti, Vincenzo Irolli, Gaetano Esposito, Giuseppe Casciaro, Edoardo Dalbono, Vincenzo Caprile.

Un’altra sala monografica è dedicata a Michele Cammarano, che occupa un posto di rilievo nel panorama dell’arte napoletana di quel secolo d’oro. E ancora gli italiani che soggiornarono a Parigi, come Giuseppe De Nittis, Federico Zandomeneghi, Giuseppe Palizzi, Federico Rossano. Di grande rilievo i due paesaggi di Gustave Courbet, e poi i tre olii di Théodore Rousseau, i paesaggi di Narcisse Virgilio Díaz de la Peña, i dipinti Charles-François Daubigny, antesignano di Monet e Van Gogh, di Jules Dupré e di Paul Huet. La chiusura è affidata alla pittrice Rosa Bonheur, femminista che lottò per una vita per vedersi riconosciuto il suo spazio nella scena artistica.

Tornando al programma della giornata, alle 17 presso l’Aurum, con l’introduzione di Stefano Papetti, la Lectio Magistralis di Vittorio Sgarbi sui temi della collezione del Museo dell’Ottocento.

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