Sono solo 8 le città italiane coinvolte in questo progetto di democrazia partecipata utile a raccogliere proposte sul futuro dell’Europa. La scelta di Teramo, dopo Venezia, Milano, Bologna e Lecce, nasce dal lavoro istituzionale svolto dal Consorzio Punto Europa affinché i giovani di questo territorio potessero essere pienamente protagonisti di questo grande momento di confronto con le Istituzioni europee. I contributi che emergeranno dal dibattito, quelli predisposti nelle classi in questi giorni, insieme a quelli degli universitari, saranno raccolti in una Relazione, inseriti nella piattaforma multilingue digitale della Conferenza sul Futuro dell’Europa e pubblicati sul sito del Dipartimento per le Politiche Europee di Palazzo Chigi.
In occasione dell’evento sarà inoltre inaugurata la Mostra fotografica multimediale “L’Italia in Europa – l’Europa in Italia”, che ritrae i momenti salienti dell’integrazione europea dalla Guerra Fredda ad oggi, che sarà liberamente visitabile presso il Plesso Silvio Spaventa dell’Università di Teramo dal 4 all’11 marzo.
“Siamo onorati che Teramo sia stata scelta per partecipare, unica città del centro Italia, a questa importante iniziativa istituzionale di livello internazionale, per raccogliere le istanze e le riflessioni dei cittadini sull’Europa del futuro. In un momento così delicato per il continente europeo riflettere e partecipare per la costruzione di una Europa più vicina e solidale, non solo è utile ma direi indispensabile. Sono sicuro che Teramo e l’Abruzzo, sapranno dare il loro contributo di qualità e passione” – ha dichiarato l’Amministratore Unico del Consorzio Punto Europa, Filippo Lucci.
“Ho accolto con entusiasmo l’iniziativa del Consorzio Punto Europa – ha dichiarato il Rettore Dino Mastrocola – perché le università sono luoghi della conoscenza, in grado di favorire politiche di integrazione per disegnare scenari europei comuni di progettualità culturale, sociale e umana. Si tratta di nuove visioni e di nuovi approcci che l’Università di Teramo ha scritto nel proprio DNA, con una attenzione anche al versante del Mediterraneo, lanciando la Carta di Teramo firmata nel 2019 dall’allora Presidente del Consiglio dei Ministri: un documento ad hoc per promuovere una cooperazione accademica Euro-Africana. Perché il bisogno di collaborare, di relazionarsi, di confrontarsi tra gli uomini è tale che prescinde dal luogo in cui si vive, dall’età, dal genere, dalla fede religiosa e dalle convinzioni politiche”.
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