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Incontro a Roma fra Sindaco di Chieti e Ministro Madia

da Redazione

Il Governo ha accolto le istanze dei Comuni rinviando la trattazione del Decreto sulla Riforma della dirigenza pubblica. Di Primio: “Troppi i punti che ledono i Comuni”

Sindaco di Chieti Umberto Di PrimioCHIETI – Il Sindaco di Chieti, Umberto Di Primio, in qualità di Vicepresidente Nazionale ANCI con delega alla Pubblica Amministrazione, al Personale e alle Relazioni Sindacali, nel pomeriggio di mercoledì, a Roma, presso Palazzo Vidoni Caffarelli, sede del Ministero della Funzione Pubblica, ha incontrato il Ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione, Marianna Madia, per discutere dello Schema di Decreto Legislativo di Riforma della dirigenza pubblica approvato in via preliminare dal Consiglio dei Ministri lo scorso 25 agosto 2016, inviato alle Camere per i previsti pareri ed in corso di istruttoria presso la Conferenza Unificata.

«I Comuni, convinti della necessità di avviare un processo di riforma e di riorganizzazione della pubblica amministrazione – spiega il Sindaco Di Primio – su alcune delle misure contenute nella Legge 124 del 2015 avevano espresso il loro assenso, tuttavia, in merito al Decreto approvato in via preliminare lo scorso 25 agosto, considerate alcune problematicità rispetto all’autonomia degli Enti Locali e delle Regioni, hanno chiesto un incontro col Ministro per meglio chiarire i punti essenziali della Riforma.

Nel corso dell’incontro di mercoledì – ha commentato il Sindaco – il Governo ha accolto le istanze dei Comuni, rinviando la trattazione del Decreto sulla Riforma della dirigenza pubblica. Sono troppi, infatti, i punti che ledono l’autonomia dei Comuni, che comprimono la possibilità di una vera riorganizzazione ma soprattutto che danneggiano economicamente il sistema degli Enti Locali. Doglianze, per altro, condivise dallo stesso Ministro Madia.

Fra i punti più problematici, vi è sicuramente quello relativo alla disciplina del reclutamento dei dirigenti locali. Inaccettabile, infatti, che il fabbisogno dei dirigenti, nei Comuni, sia definito e autorizzato dal Dipartimento della Funzione Pubblica e dalla Ragioneria Generale dello Stato. Non capiamo – ha evidenziato il Sindaco – come possano, i due Ministeri, sapere nello specifico quali siano i fabbisogni della dirigenza dei Comuni. Così come la composizione e le competenze della Commissione per la scelta della dirigenza locale non garantiscono né la funzionalità né un’adeguata ed effettiva rappresentanza degli Enti Locali.

È altresì problematico, che lo schema di decreto preveda che il trattamento economico dei dirigenti giunti a scadenza di contratto e quindi in regime di disponibilità, resti di competenza dell’ultima amministrazione che ha conferito l’incarico. Questo determinerebbe l’impossibilità, per i Comuni, di assumere altri dirigenti, visto che è in capo ad essi il pagamento di quelli a scadenza di incarico. Questa soluzione potrebbe, forse, avere un senso per le grandi amministrazioni statali, ma nella realtà dei Comuni è insostenibile mantenere il costo della disponibilità dei dirigenti in uscita e nello stesso tempo attivare una nuova procedura di incarico sulle posizioni dirigenziali rimaste vacanti. Per i Comuni, soggetti a vincoli pesantissimi sulla spesa di personale e sulle assunzioni, è impossibile praticare la soluzione: prendi uno, paghi due!
Ho ribadito al Ministro, dunque, la necessità di ricorrere ad un fondo di solidarietà che distribuisca il costo dei dirigenti in disponibilità sull’intero comparto.

È necessario – ha concluso il Sindaco – creare un vero ‘mercato della dirigenza’, volto ad incentivare l’efficienza ed il merito piuttosto che continuare a mantenere in piedi un modello eccessivamente centralizzato, finalizzato, piuttosto, a costruire uno strumento di controllo della spesa».

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