L’Associazione tramite Fiorilli e Foschi torna a puntare il dito contro l’Amministrazione comunale per la gestione dell’emergenza balneazione e per i ripetuti black out informativi-comunicativi nel settore ambientale
PESCARA – Dopo i nuovi sversamenti nel fiume e nel mare , a causa dell’ennesima rottura di una condotta fognaria nella golena sud di Pescara , l’avvocato Berardino Fiorilli e Armando Foschi dell’Associazione ‘Pescara – Mi piace’ sottolineano in un comunicato che né il Comune di Pescara né l’Aca, hanno ritenuto opportuno e giusto ufficializzare tempestivamente la problematica. L’Aca ha liquidato l’episodio con quattro righe solo a conclusione delle opere di ripristino. Viene ribadito il giudizio negativo su una gestione tanto superficiale della vicenda, in una città che da un anno sta vivendo una drammatica emergenza balneazione, determinata proprio dalla continua rottura delle condotte fognarie, e si chiede se l’Arta sia stata tempestivamente informata del guasto; se l’Arta abbia eseguito dei campionamenti d’urgenza straordinari, consentiti e, anzi, obbligatori per legge, per verificare gli effetti di 24 ore di sversamento di reflui nelle acque, e se siano state allertate tutte le Autorità competenti in materia. Per Fiorilli e Foschi anche quest’ennesimo episodio di pessima gestione amministrativa dovrebbe essere sottoposto al vaglio delle Istituzioni per capire anche perché si continuino a registrare continui black out informativi-comunicativi nel settore ambientale.
“Ciò che sorprende è che né il Comune né l’Aca abbiano realmente compreso la gravità della situazione in cui versa Pescara, con il mare inquinato e continui sversamenti di reflui di fogna nei nostri corsi d’acqua, e neanche gli interessamenti giudiziari né la bagarre dell’estate 2015 riescono a suscitare il minimo scatto di coscienza da parte di chi oggi governa la città e i servizi pubblici – hanno commentato l’avvocato Fiorilli e Foschi -. Nella serata di ieri è stata diffusa una laconica nota nella quale l’Aca, a cose fatte, ha comunicato che domenica pomeriggio, 3 aprile, si è rotta una condotta fognaria in corrispondenza del parcheggio della golena sud, danno che ha determinato uno sversamento di liquami nel fiume. Alle 22 sempre di domenica è stato necessario spegnere addirittura gli impianti di sollevamento Bardet 1, Bardet 2 e golena sud, per far svolgere gli scavi e solo alle 17 di ieri, lunedì 4 aprile, il danno è stato riparato, dunque per 24 ore i reflui si sono riversati direttamente nel fiume, ovvero nel mare, ma secondo l’Aca, così come secondo il Comune, a Pescara non è successo nulla. La condotta è stata riparata, voltiamo pagina e pensiamo al prossimo danno. Un comportamento assurdo e inaccettabile da parte di pubblici amministratori: chi è stato informato della rottura della condotta e degli sversamenti in atto domenica pomeriggio? L’Aca ha allertato il Comune di Pescara, come ha sempre fatto la scorsa estate? Perché né l’Aca né il Comune hanno ritenuto necessario informare la cittadinanza di quanto stava accadendo nel nostro fiume e nel mare, dove per 24 ore i reflui si sono sversati? E soprattutto qual è l’entità di quello sversamento, che l’Aca nella sua nota definisce ‘modesto’ senza però fornire i metri cubi? La scorsa estate, in occasione di un identico episodio, verificatosi in via Raiale, è stato chiarito che in 17 ore si sono sversati nel fiume 30 milioni di litri di liquami e feci, a questo punto chiediamo quanti litri di liquami sono finiti nel fiume in 24 ore. E poi: l’Arta e la Capitaneria di porto sono state informate dello sversamento, e l’Arta o la Capitaneria hanno provveduto, nella giornata di domenica o di lunedì mattina, a effettuare un campionamento straordinario delle acque per accertare l’impatto nel fiume di quello sversamento, o tutto è destinato a finire, anche questa volta, a’tarallucci e vino’? Sulla gestione delle condotte fognarie di Pescara e, soprattutto, sulla gestione delle emergenze quotidiane – hanno aggiunto l’avvocato Fiorilli e Foschi –, continuiamo a riscontrare l’assoluta e vergognosa assenza di chiarezza e di trasparenza, e la cosa ci spaventa se pensiamo alla stagione estiva ormai alle porte, in cui, al danno dovremo sommare la beffa dell’essere tenuti all’oscuro dalle Istituzioni su quanto accade nelle acque del nostro mare. E l’episodio odierno ci convince, ancora di più, dell’urgenza di aprire un’indagine istituzionale sulla balneazione affidando l’intera vicenda a un Commissario tecnico,visto che né il Comune, né gli altri Enti convolti sono in grado di agire e operare a tutela della popolazione”.