Dopo l’accertamento dell’inadeguato funzionamento del depuratore di Chieti Scalo, sequestrato un frantoio oleario che scaricava le acque di vegetazione nel fiume
PESCARA – Sequestrato a Chieti Scalo dagli uomini della Capitaneria di porto – Guardia Costiera di Pescara un frantoio oleario che scaricava le acque di vegetazione (quelle residue delle lavorazioni delle olive), e non solo, in un fosso, attraverso il quale le stesse defluivano direttamente nel Fiume Pescara. Mediante l’utilizzo di sostanze traccianti, i militari hanno potuto accertare l’esistenza di una condotta sotterranea, utilizzando la quale i gestori dell’impianto riuscivano a smaltire illecitamente i rifiuti liquidi provenienti dalla molitura delle olive. L’operazione, portata a compimento nell’ambito dell’attività di tutela ambientale, ha permesso di deferire alla competente Autorità Giudiziaria il titolare dell’opificio.
La notevole intensificazione dei controlli sull’intera asta del fiume Aterno-Pescara eseguita, oltre che nell’ambito della Convenzione stipulata con il Comune di Pescara e l’ARTA Abruzzo, anche autonomamente ed in collaborazione con il Corpo Forestale dello Stato, ha inoltre già permesso di passare al setaccio decine di chilometri di argini fluviali nelle province di Pescara e Chieti, nonché numerose attività industriali/commerciali; tutti investigati per risalire alle cause del forte inquinamento riscontrato nelle acque. Nell’ambito di tali verifiche numerose le violazioni accertate: si va dall’insufficiente funzionamento del depuratore di Chieti Scalo, per il quale sono stati rilevati superamenti dei previsti parametri nelle acque di scarico, al riscontro dell’inadeguatezza dell’impianto fognario di Pescara che, in caso di mancato funzionamento delle proprie pompe di sollevamento (magari dovuto ad un semplice sbalzo energetico con conseguente scatto del contatore elettrico), a causa dell’avaria che interessa i propri sistemi di allarme (quelli che dovrebbero segnalare il mancato funzionamento delle pompe), automaticamente discarica le acque non depurate nel fiume. Numerosi anche gli abbandoni di rifiuti, pure pericolosi, segnalati alle autorità competenti alla bonifica.
Decine parimenti i campionamenti eseguiti sulle acque stesse del fiume e sugli scarichi/fossi ad esso convogliati, nonché sui terreni limitrofi per accertare il possibile rilascio di sostanze contaminanti. Partendo dall’elenco delle autorizzazioni allo scarico rilasciate dai competenti uffici delle Province di Pescara e Chieti, non senza le ovvie difficoltà, in parte dovute all’impervietà dei luoghi, si sta insomma procedendo a passare, palmo a palmo, l’intero alveo fluviale per verificare quali siano i motivi dell’esistente forte degrado ambientale. Gli accertamenti continueranno nei prossimi mesi attraverso la verifica in situ di quanto in parte già assodato a mezzo delle informazioni in vario modo acquisite. É infatti stato elaborato un complesso stralcio planimetrico sul quale sono state riportate tutte le anomalie di cui si è già a conoscenza, in parte documentate anche attraverso l’impiego dei mezzi aerei del Corpo di stanza a Pescara stesso (aereo ATR 42 ed elicottero Aw139), entrambi dotati di sofisticatissime attrezzature di scoperta e ricerca delle fonti di inquinamento.
I militari della Capitaneria di Porto – Guardia Costiera attraverso questo impegno sono più che mai determinati a contribuire a migliorare la qualità delle acque di balneazione delle coste Abruzzesi, non mancando al contempo di cambiare in meglio la qualità dei sedimenti dragati dai fondali del Porto canale di Pescara, il cui smaltimento comporta elevatissimi oneri proprio per la presenza di numerose sostanze inquinanti.-