L’AQUILA – “Ho chiesto alla presidente della commissione Lavoro della Camera, Romina Mura, di riportare all’attenzione della commissione da lei presieduta la vertenza per l’internalizzazione delle lavoratrici e dei lavoratori dei call center che operano per i servizi Inps. Mi ha dato immediatamente la disponibilità. In particolare ho chiesto una nuova audizione del presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, e delle organizzazioni sindacali perché i mesi passano e anche l’anno di proroga della commessa agli attuali gestori rischia di trascorrere come il precedente anno, ovvero, senza che nulla accada”. Lo afferma la deputata dem Stefania Pezzopane, della presidenza del Gruppo Pd della Camera, da sempre impegnata nella battaglia per l’internalizzazione di oltre 3000 lavoratori e lavoratrici dei call center.
“Infatti – sottolinea l’esponente dem – l’internalizzazione era prevista entro il 2021, ma il tempo è purtroppo trascorso senza risultati apprezzabili. Inoltre, va ricordato che nel codice degli appalti feci approvare, su forte impulso delle organizzazioni sindacali, l’emendamento per la clausola sociale nei passaggi di committente. La richiesta che abbiamo fatto sempre, e che torno a ribadire, è che tutte le lavoratrici e i lavoratori devono essere garantiti con la clausola sociale nel passaggio nella società in-house che la legge ha previsto come soggetto idoneo alla stabilizzazione. In occasione della visita a L’Aquila del ministro per la Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, le organizzazioni sindacali chiesero spiegazioni al ministro e ribadirono la necessità di applicare la clausola sociale, condivisa dal ministro del Lavoro, Andrea Orlando. Il ministro Brunetta in quella occasione disse di ‘pensare di aver dato loro una buona notizia. È in corso di soluzione la vertenza mirante a stabilizzare i lavoratori. Mi sono impegnato personalmente a seguire in legge di bilancio’”.
“Era il 19 novembre – conclude Pezzopane – in legge di bilancio, l’Inps ha indirizzato l’approvazione di un emendamento che indica una possibile priorità in una selezione pubblica, ma non ridefinisce la procedura di clausola sociale che invece è quella più ovvia e conseguente alle norme già approvate. E questo mi preoccupa molto, perché se questa è stata la volontà del ministro Brunetta, ovvero di mitigare l’applicazione della clausola sociale con una selezione, si rischia di non portare a casa il risultato voluto e sancito da una precisa norma della legge di bilancio del 2020, approvata con il governo Conte bis. Ora ci vuole massima chiarezza: cosa intende fare l’Inps alla luce dell’emendamento? Che procedure sta predisponendo? Che tempi si dà? È quindi necessaria una audizione urgente per sbloccare e chiarire questa situazione. Vanno internalizzati tutti i lavoratori che lavorano per la commessa Inps. Senza se e senza ma“.
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