PESCARA – I senatori abruzzesi Pastore, Di Stefano e Tancredi, hanno presentato, ieri, una Interrogazione urgente sulla vicenda del dragaggio del porto canale di Pescara, essendo stato ormai superato ogni limite di tollerabilità, in particolare dopo l’intervento di sequestro della nave che stava operando da parte della Procura Antimafia dell’Aquila.
Ciò, nonostante la decisione del Tribunale del riesame che ha ritenuto la non sussistenza di alcuna ipotesi criminosa che autorizzasse l’interruzione delle relative operazioni.I firmatari chiedono ai Ministri competenti di attivarsi per l’effettuazione delle operazioni di dragaggio, in considerazione dei gravissimi danni economici, oltre che ambientali, derivanti da tale situazione.
Chiedono, inoltre, di affrontare una volta per tutte il problema dell’insabbiamento della foce del fiume Pescara, aggravato notevolmente dalla realizzazione della diga foranea che, nata per dare sicurezza alla navigazione, di fatto oggi impedisce il deflusso naturale delle acque fluviali.
Si chiede, inoltre, di conoscere una volta per tutte se i materiali di scavo siano o meno inquinati e inquinanti, come ipotizzato dalla Procura aquilana essendosi l’ISPRA lavata le mani dall’impegno che si era assunto di fornire una parola definitiva su tale questione, considerate le divergenze tra i risultati delle analisi effettuate dall’ARTA abruzzese e quelle eseguite dal laboratorio privato di fiducia della Procura.
Il tutto prescinde dal mutato quadro di competenze, risultante dal decreto legge n. 5 del 2012, che ha affidato alla Regione la responsabilità dei dragaggi, essendo del tutto evidente che per fare chiarezza su quanto accaduto, occorra ormai un intervento in risposta da parte di Organi governativi nazionali, ritenendo che, anche per il futuro, sia le tematiche per l’inquinamento del fiume sia quelle del deflusso naturale degli scarichi a mare, restano imprescindibilmente nella responsabilità del Governo nazionale che, a tale scopo, ha nominato già da alcuni anni un Commissario straordinario nella persona del dott. Adriano Goio.
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