
Arturo Scognamiglio – Foto dal set “Champagne-Peppino Di Capri”
ORTONA – Tutti conoscono Peppino di Capri, autore e interprete di canzoni che hanno fatto ballare e innamorare intere generazioni, in decenni importanti per la storia del nostro Paese. Pochi però sanno che complice della grande notorietà di Peppino Di Capri (all’anagrafe Peppino Faiella) é stato zio Ciro. Colui che ne scoprì il talento straordinario quando all’età di quattro anni suonava istintivamente al pianoforte canzoni americane di quel periodo. E che, per guadagnare qualcosa, lo portò a suonare in un locale per i soldati americani in licenza sull’isola, alternando tale attività con le domeniche in Chiesa.
Nel film tv “Champagne-Peppino Di Capri“, prodotto da Rai Fiction e O’ Groove (regia di Cinzia TH Torrini, sceneggiatura di Michele Pellegrini e Maria Sole Limodio e soggetto di Pierpaolo Verga e Limodio), in onda lunedì 24 marzo in prima serata su Rai 1, il ruolo di zio Ciro é interpretato da Arturo Scognamiglio.
Attore, autore, regista e disegnatore di luci, con una carriera che vanta esperienze in diverse scuole di recitazione e collaborazioni con attori e registri famosi come Gabriele Lavia, Toni Servillo e Dustin Hoffman solo per citarne alcuni. Di origini napoletane, nel 2017 Scognamiglio ha fondato, assieme a Lorenza Sorino, la compagnia Unaltroteatro che nel 2022 ha ridato vita il Cinema Auditorium Zambra di Ortona, in totale abbandono da otto anni.
Noi di Abruzzonews lo abbiamo intervistato. Ecco cosa ci ha detto.
Nel film vesti i panni di zio Ciro, figura fondamentale nella vita di Peppino Di Capri. Come lo hai affrontato?
“É stato molto divertente. La regista Cinzia TH Torrini, pur avendo una visione ben chiara del personaggio di Ciro, mi ha dato una grande libertà di poter esplorare, improvvisare e arricchirlo per me. Quando Peppino Di Capri é venuto a trovarci sul set, gli ho fatto tante domande su come fosse zio Ciro, su che ricordi avesse di lui. Ho capito che zio Ciro era un personaggio carismatico. Capace di richiamare l’attenzione di tutti, di riempire ogni volta il locale dove portava il giovane Peppino a suonare.”
Come é stata l’esperienza di lavorare sul set di “Champagne-Peppino Di Capri”?
“Molto positiva. I colleghi con cui ho lavorato sono tutti giovani di grande talento e stare tutti insieme nella condivisione del lavoro è stato bello”.
Quale é il tuo rapporto con il teatro?
“Nasco a teatro. Mi sono formato a Bologna e a Londra. Il teatro é stato il mio primo amore. Sicuramente anche il rapporto con Napoli, la mia città, é stato di grande influenza. Ho collaborato a lungo con Teatri Uniti, con Toni Servillo, Angelo Curti, Andrea Renzi. Oggi cerco di portare quella tipologia di impostazione allo Zambra di Ortona, intrecciando cinema e teatro”.
La compagna Unaltroteatro gestisce il Cinema teatro Zambra di Ortona ormai da tre stagioni. Se ti chiedessi di fare un bilancio?
“Con Lorenza Sorino abbiamo investito molto su questo progetto. Non soltanto sotto il profilo economico ma anche dal punto di vista lavorativo, delle energie impiegate. Insomma, in tutto. Senza contare che quando il progetto eravamo in pieno periodo post Covid. Siamo stati proprio coraggiosi e oggi cominciamo a vedere i frutti di questo investimento. Il cinema, oltre ad una programmazione di prima visione, prevede anche la proiezione di film d’essai. E anche il teatro ha trovato una sua dimensione, ospitando anteprime e soddisfacendo tutti i tipi di pubblico”.
Quanto di questa esperienza “manageriale” ti porti sul set o sul palconscenico e quanto, invece, dell’attore porti in questo ruolo imprenditoriale?
“Io penso che sia di fondamentale importanza comprendere la varietà di mestieri che gravitano attorno al palco o al set. Ogni professione contribuisce in modo significativo alla realizzazione di un prodotto di alta qualità e la sinergia tra i diversi ruoli è essenziale per il successo complessivo. Che poi é la visione a tutto tondo sposata dai vari Eduardo De Filippo, Gabriele Lavia. La collaborazione tra i vari mestieri consente non solo di ottimizzare le risorse ma anche di favorire un ambiente di lavoro sereno e stimolante. La serenità sul posto di lavoro, infatti, è un fattore chiave che incide sulla produttività e sulla creatività. Quando ciascun membro del team è consapevole del proprio ruolo e lavora in armonia con gli altri, si crea un clima positivo che incoraggia l’innovazione e porta a risultati eccellenti”.