Il volume, dedicato a “la crisi climatica, le terre alte e la fine della stagione dello sci di massa” – come recita il sottotitolo – sta riscuotendo un notevolissimo interesse e alimentando frequenti dibattiti sui temi di cui si occupa in tutto il territorio italiano. Si tratta di un articolato reportage che inizia dalle Alpi Occidentali, attraversa l’intero arco alpino e scende lungo l’Appennino, concludendosi nelle Madonie: trenta comprensori sciistici, tutti più o meno in crisi da tempo, dei quali si raccontano parabole, contraddizioni, scandali e tentativi – alcuni riusciti, altri paradossalmente falliti – di fuggire dalla monocoltura dello sci di massa, inventando modi diversi di far funzionare l’economia della montagna in accordo con l’ecosistema. Per realizzarlo gli Autori hanno viaggiato attraverso la penisola e dialogato con chi, abitando i luoghi, ne ha vissuti ascesa e declino, talvolta contribuendo in passato a costruirne involontariamente l’attuale rovina, spesso comunque rendendosi conto da tempo dell’urgenza di un cambiamento.
“C’è un momento preciso in cui capisci che qualcosa sta cambiando – si legge nella quarta di copertina del libro – Sei nato e cresciuto pensando che sarebbe sempre stato così, anno dopo anno, stagione dopo stagione, generazione dopo generazione. Poi un giorno ti svegli e d’improvviso gli impianti di risalita sono fermi. E capisci che quel mondo è finito. L’emergenza sanitaria legata al Covid 19 ha messo in luce l’estrema debolezza del modello economico legato al turismo dello sci da discesa sulle montagne. In un’epoca nella quale il Climate Change ne accorcia le stagioni e ne aumenta i costi di gestione, in cui la crisi economica lo rende uno sport elitario e il cambiamento culturale vede prospettarsi una diversa domanda di svago anche nei centri vocati alla monocultura del turismo invernale, quali prospettive di riconversione possono essere messe in campo? Quali possono essere le risorse attivabili? E quali gli attori e le reti che possono entrare in gioco?”
Un libro che racconta del non più di un modello insostenibile e del non ancora della conversione ecologica della montagna.
Venerdì 24 marzo alle ore 18.00, presso la Libreria Colacchi all’Aquila, Corso Vittorio Emanuele II n.5, l’evento verrà replicato grazie all’organizzazione da parte della Condotta Slow Food dell’Aquila. Dopo i saluti della Fiduciaria Alfredina Gargaglione, a colloquio con gli Autori ci sarà, oltre a Gabriele Curci, anche Claudio Arbore, Geografo e Alpinista. A moderare l’incontro Silvia de Paulis, agronoma della Condotta aquilana.
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