Home » Eventi Abruzzo » Musica » “Io”, alla scoperta dell’album del pianista pennese Paolo Catone

“Io”, alla scoperta dell’album del pianista pennese Paolo Catone

da Redazione

paolo catone

Il disco, in uscita a giugno, sarà anticipato dal singolo “Papà” il 21 maggio. Tra le nove tracce contenute c’è “Corantena”, dedicata ai medici e al personale ospedaliero che hanno assistito i malati di Covid

PENNE – Ha iniziato ad appassionarsi al pianoforte quando aveva appena 7 anni, dopo aver visto Ray Charles esibirsi in televisione. Un percorso artistico ricco di soddisfazioni, che ha portato il musicista abruzzese Paolo Catone alla registrazione del suo primo album da solista, “Io”.

L’album, atteso il 18 giugno, sarà anticipato dal singolo “Papà”, disponibile dal 21 maggio sulle principali piattaforme digitali. “Io” conterrà nove tracce strumentali.

Il disco ha preso forma durante il lockdown dello scorso anno. «Durante il primo mese di chiusura totale, ho riflettuto molto su ciò che stavamo vivendo e su quello che stava accadendo nel mondo. Ho sentito l’esigenza di mettermi a suonare, una reazione a quello che provavo, al senso di impotenza che sentivo davanti a questa situazione, pensando al futuro» spiega Catone.

«Sono una persona molto riflessiva, mi sono sempre sentito molto stretto nella società moderna. Ho trascorso il lockdown nella mia casa di campagna, a Vestea. La musica e la natura mi hanno aiutato molto. Ho cercato di trarre del buono da quello che stava accadendo. Ho riflettuto molto su me stesso e sulla strada che stavo percorrendo. Non mi sono mai risparmiato, ho lavorato con la musica e per la musica. Durante il lockdown, ho ritrovato la voglia di dedicare del tempo a me stesso, di creare la mia musica, suonata con il cuore, senza artifici né pretese, con semplicità. Il titolo del disco, “Io”, si riferisce proprio al fatto di aver ritrovato lo spazio che mi mancava, la voglia di esprimermi. Ho voluto dare vita a qualcosa di mio, di veramente personale».

Tra le nove tracce contenute nell’album c’è “Corantena”, dedicata ai medici e al personale ospedaliero che hanno assistito i malati di Covid, scritta il 28 marzo 2020, in piena emergenza.

La traccia a cui il musicista abruzzese è più affezionato è “Papà”, il primo singolo estratto, in uscita il 21 maggio. «È dedicata a mio padre, che da tre anni combatte contro un grave problema di salute. Tra di noi c’è un rapporto molto bello. Mi ha insegnato il coraggio. Combatte tutti i giorni, mettendoci tutto se stesso, e riesce a sorridermi ogni volta. Per me questo è un grandissimo insegnamento».

Classe 1982, nato e cresciuto a Penne, Paolo Catone lavora come pianista, tastierista, arrangiatore, compositore e docente.

«Ho iniziato ad appassionarmi al pianoforte da bambino, avevo 7 anni» racconta. «Stavo giocando, mentre mio padre seguiva un programma televisivo dove era ospite Ray Charles. Gli chiesi chi fosse, ero incuriosito. Rimasi incantato a guardarlo suonare e cantare. Decisi, allora, di mettermi in gioco e di iniziare a prendere lezioni di pianoforte».

Il suo talento e l’orecchio assoluto lo hanno portato presto in Conservatorio. Paolo ha nel suo curriculum un diploma di Pianoforte, un diploma di secondo livello in Pianoforte Jazz, un diploma di Jazz, ha approfondito lo studio sull’arrangiamento e l’orchestrazione. Ha all’attivo anche studi da psicologo.

Dal 2004 al 2019 insegna pianoforte classico e moderno, tastiere e synth, musica d’insieme, armonia, teoria e solfeggio. Dal 2015 al 2017 ha lavorato come pianista accompagnatore e docente di pianoforte al Liceo Musicale e Coreutico di Pescara. Ha all’attivo numerose collaborazioni, in Italia e all’estero, in particolare negli Stati Uniti e in Canada. È musicista in formazioni di vario genere, arrangiatore per orchestre e band e si occupa di produzione e mixaggio musicale.

«La musica per me rappresenta diverse cose: è un mondo utopico, ma anche il nascondiglio dalla sofferenza; è il mondo in cui mi sento libero di esprimere quello che penso, tutto ciò che sento dentro me stesso. Mi piacerebbe moltissimo, in futuro, poter scrivere colonne sonore, musiche che lascino spazio alla fantasia».

Ti potrebbe interessare