“Sull’abbattimento di 170 alberi nella Riserva Naturale Pineta Dannunziana e sulla previsione di impiantarne 1000, esprimiamo qui di seguito il nostro punto di vista.
1) Apprezziamo la volontà dell’Amministrazione comunale di impiantare 1000 alberi, in una città che ne ha tanto bisogno; lo chiediamo da anni e questo va considerato un primo passo: ne occorrono moltissimi altri.
2) Non possiamo condividere, invece, il metodo utilizzato che, per l’ennesima volta, evita accuratamente qualsivoglia informazione e partecipazione dei cittadini, quasi che fossero estranei ai fatti della propria città.
3) Questo modo di agire è tanto più deprecabile in quanto si tratta di un intervento assai consistente in termini numerici, all’interno di una Riserva Naturale di piccole dimensioni e di estrema fragilità, essendo già stata oggetto di pressione e di degrado pesantissimi.
4) Non a caso lo strumento di pianificazione, che regola l’azione entro una Riserva Naturale, è il Piano di Assetto Naturalistico; quello relativo alla Riserva Naturale Pineta Dannunziana è stato portato in Consiglio comunale solo recentemente (con circa 20 anni di ritardo sul disposto di legge!), deve ancora completare il suo iter approvativo in Regione, e al suo interno non prevede questo intervento e di queste dimensioni.
5) Non ci conforta che le prove di staticità degli alberi siano state condotte ad opera del dott. Rocco Sgherzi (e non Paolo, come erroneamente riportato dagli organi d’informazione) il quale è un libero professionista che ha avuto dei contratti per l’insegnamento della materia “verde urbano” dal Dipartimento Dibaf dell’Università della Tuscia, (quello dei sostenitori del Testo Unico Forestale, legge di assalto ai boschi italiani, contro cui ci siamo battuti e continuiamo a batterci), che si occupa da sempre di stabilità degli alberi: la gestione degli ecosistemi forestali è qualcosa di più complesso del verde urbano, e invece quella di una Riserva Naturale è di gran lunga più complessa e richiede multidisciplinarietà.
6) Ancora una volta l’attuale Amministrazione comunale di Pescara, in linea e in continuità con quante di ogni colore politico l’hanno preceduta dal 2000 (anno di istituzione della Riserva) ad oggi, dimostra di non avere la più pallida idea di cosa sia un’area naturale protetta, di come la si amministra, e tradisce – pur mossa da buone intenzioni – la concezione riduttiva della Pineta quale “verde urbano”, come se si trattasse di alberi in filari o di un semplice giardino pubblico. Tale concezione ha portato al declino di questo “ciuffo verde” nell’Adriatico sconvolto.
7) Italia Nostra con altre associazioni, che includono la presenza di biologi, naturalisti, forestali, botanici accademici, ecologi, urbanisti, avvocati ecc., da anni offrono al Comune, gratuitamente, la disponibilità a collaborare per la Pineta e per il verde urbano, senza essere ascoltati. Oggi assistiamo a un mega-intervento improvvisato, di dubbia legalità (si vedano le norme di salvaguardia), che non considera l’esistenza della Riserva Naturale e ciò, ancora una volta, a spregio delle professionalità esistenti in città. Viene inoltre negato ai cittadini il diritto di conoscere quel che si sta facendo e di poter fare osservazioni. Ricordiamo che ogni modifica sostanziale a un Piano (come questa) è soggetta, per legge, a VAS (Valutazione Ambientale Strategica) che prevede l’informazione ai cittadini e il loro diritto a partecipare alla pianificazione. Spiace constatare che buone prassi e leggi vengono disattese.
8) Infine alcune domande, che emergono dalle nostre preoccupazioni per quel che resta della Pineta dopo anni di discutibile gestione comunale: quali saranno le specie da reimpiantare? In quale proporzione fra loro? Da dove vengono gli esemplari? Sarà un reimpianto coetaneo o disetaneo? Sono solo alberi o anche arbusti? Si è pensato ad individuare gli ecotipi locali? Esiste un’indagine geologica e pedologica per mettere l’albero giusto al posto giusto? Esiste una certificazione degli alberi da acquistare e che sono destinati alla Riserva? Esiste un Piano dell’impianto di ben 1000 alberi? È possibile vederlo? Quale preparazione del suolo destinato all’impianto? Con quali mezzi si pensa di operare all’interno della Riserva? Il Comune ha provveduto alla V.A.S. o alla V.I.A.? Gli alberi abbattuti verranno asportati tutti? O in parte? Magari a seguito di una diagnosi fitopatologica…o meno?
Con questo modo di agire temiamo che, nonostante le buone intenzioni, si ripeta tragicamente per la Pineta un film già visto: il film-commedia all’italiana “Se tutto va bene, siamo rovinati”.
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