PESCARA – Il primo novembre si apre la 24^ edizione di Jazz’n Fall: un programma vasto e articolato per un’edizione spettacolare che si concluderà il 22 novembre 2024. Cinque appuntamenti di altissimo profilo nei quali si intrecciano tradizione e attualità del jazz, con alcuni dei protagonisti più importanti e significativi del panorama internazionale ed italiano.
PROGRAMMA
La 24^ edizione di Jazz’n Fall si apre il primo novembre con “The Swingers Orchestra” in un omaggio ai due giganti della favolosa Era dello Swing: Benny Goodman e Artie Shaw. La formazione è composta da 10 musicisti di grandissima esperienza tra i quali ritroviamo diversi protagonisti delle prime generazioni del jazz italiano, presenti nelle prestigiose orchestre della RAI negli anni ’50 e ’60.
Si prosegue il 4 novembre con l’eccezionale trio di Christian McBride: “Remembering Ray Brown” è il progetto dedicato al grande contrabbassista, un vero gigante della storia del jazz, realizzato insieme a due altri musicisti tra i più interessanti della scena odierna come il pianista Benny Green e il batterista Greg Hutchinson. Il Tony Pancella Unsung Heroes Quintet con special guest Max Ionata sarà protagonista del concerto di venerdì 8 novembre con un progetto speciale che verrà presentato in anteprima nel nostro festival.
Il 12 novembre sarà la volta di una eccezionale formazione all-star: McCoy Tyner Legends Band è l’omaggio tributato da solisti del calibro di Chico Freeman, Steve Turre, Avery Sharpe, Ronnie Burrage e Antonio Faraò al grande pianista del quartetto di John Coltrane.
In chiusura il 22 novembre, in esclusiva italiana, torna a Pescara il Cyrus Chestnut Trio con Esteve Pí e Georgios Antoniou: un musicista raffinato dal gusto elegante e dalla spiccata sensibilità artistica che divide ora con Kenny Barron il ruolo di miglior pianista in attività. Dalla big band al trio, dalla centralità di strumenti come pianoforte, contrabbasso o clarinetto alla rievocazione di incontri personali e di esperienze condivise: nelle cinque serate di Jazz ‘n Fall, si riflette così un discorso da sempre aperto nella storia del jazz, vale a dire l’equilibrio tra tradizioni e nuove forme, la possibilità di trovare soluzioni creative a partire dalla lezione dei grandi maestri del passato e di affrontare in maniera differente, secondo nuove sensibilità, questo rapporto.