PESCARA – “Domani in Consiglio regionale andremo a scoperchiare il vaso di Pandora e a far emergere tutta la verità sulla crisi dell’Azienda speciale dei servizi sociali Maiella Morrone. Cercheremo di capire com’è possibile che una società, che ha sempre chiuso i bilanci in attivo, si sia ritrovata, all’improvviso, nel 2014, con 3milioni e mezzo di debiti per il mancato pagamento di tasse, contributi previdenziali e Tfr ai dipendenti. Cercheremo di capire com’è possibile che 16 Comuni, pur continuando a usufruire dei suoi servizi sociali, hanno continuato a non pagare quelle stesse attività. Ma soprattutto l’obiettivo, domani, sarà quello di individuare le misure per salvare il posto di lavoro di 65 famiglie, garantendo, intanto, l’immediata erogazione delle 11 mensilità ancora bloccate. Dal Governatore D’Alfonso, però, pretenderemo un’indagine retrospettiva che vada a investigare la gestione degli ultimi dieci anni della Società Maiella Morrone e, se dovessero emergere responsabilità, vogliamo l’assunzione di scelte etiche chiare, anche se dovessero coinvolgere chi oggi riveste incarichi pubblici di rilievo”. Lo ha detto il Capogruppo di Forza Italia alla Regione Abruzzo Lorenzo Sospiri ricordando la convocazione domani, alle 15, della seduta straordinaria del Consiglio regionale sulla crisi dell’Azienda Maiella Morrone, da lui stesso chiesta.
“In aula – ha detto Sospiri – chiederemo di ammettere la presenza di tutti e 65 i lavoratori che hanno il diritto di ascoltare il dibattito e conoscere il proprio futuro, in una giornata che pretendiamo sia dedicata alla ‘verità’, senza demagogie né illusioni o vane promesse, come quelle che 65 famiglie si sono sentite rifilare dal Governo Pd da marzo a oggi. Il punto di partenza è l’analisi dei bilanci della società: la Maiella Morrone gestiva i servizi sociali dei comuni afferenti all’Ambito territoriale sociale Maiella Morrone che, nel Piano di Zona, prevedeva una spesa annua per gli anni 2012-2013 di 1milione 203mila euro, mentre nell’ultimo bilancio depositato nel 2012, le spese di gestione erano già lievitate a 1milione 676mila euro, ossia mezzo milione di euro in più di quanto previsto. Ma la domanda è: fino al 2012, la società ha sempre chiuso i propri bilanci in positivo, anzi vantando crediti per 3milioni 894mila euro, e debiti per 3milioni 455mila euro. E allora, com’è possibile che i dati forniti dalla Comunità Montana hanno ribaltato tali numeri, ovvero al 31 dicembre 2014 la società risulta avere debiti pari a 3milioni 438mila euro e crediti di appena 568mila euro? È evidente che c’è un problema di veridicità dei bilanci che, sicuramente, andrà analizzato in altre sedi e da parte di altri Organi. Noi possiamo solo ipotizzare che in passato l’azienda abbia omesso sistematicamente di pagare tasse, contributi previdenziali e Tfr. Ma soprattutto ora occorre lavorare per trovare una soluzione utile per aiutare i lavoratori: l’unica strada che ci pare percorribile è quella di destinare le risorse del Piano di zona, trasferite dalla Regione ai Comuni per il 2015, al pagamento delle mensilità ai lavoratori, anche attraverso il versamento diretto nei loro confronti da parte della Comunità Montana, e in questo caso i 400mila euro disponibili nelle casse della Comunità Montana, cui si aggiungono le somme del Piano di zona 2015, sono sufficienti per pagare gli stipendi, lasciando in sospeso i Tfr, oggetto, nel caso, di singole vertenze dei lavoratori nei confronti della Società pubblica e dell’ente controllante. Peraltro pare assurda la decisione di non porre in liquidazione, sino a oggi, una società ormai fallita che, in violazione della legge, non ha approvato né depositato bilanci dopo il 2012, ha cessato il proprio contratto di servizio con la Comunità Montana, anch’essa commissariata e in via di liquidazione, il 4 maggio 2014, e che da allora sopravvive con proroghe mensili sino al 30 novembre prossimo. A questo punto – ha aggiunto Sospiri – domani chiederemo al Governatore D’Alfonso di procedere immediatamente al pagamento del debito maturato nei confronti dei dipendenti, e di individuare soluzioni legali per il riassorbimento dei 65 lavoratori in un nuovo soggetto gestore, ente privato o pubblico, come avviene per i restanti 34 ambiti. E ci chiediamo come sia possibile che i 16 Comuni dell’Ambito 35 non abbiano ancora proceduto a individuare un nuovo Ente d’Ambito già dal 2010; perché non si sia provveduto ad appaltare i servizi sociali a cooperative, o a un’unione di Comuni, un’azienda speciale consortile che avrebbero tranquillamente potuto riassorbire il personale di una società fallimentare; o ancora perché non si sia utilizzata la legge regionale 17 del 2011 di riforma delle ex Ipab, che consente agli Enti locali di sciogliere le proprie società e far confluire le relative attività nelle Asp, delegandole alla gestione dei servizi sociali. Domande alle quali domani il Governatore D’Alfonso e la sua giunta saranno chiamati a dare risposte concrete e documentate, non certo campate per aria. Siamo stanchi di assistere ai giochetti fatti sulla pelle dei più deboli. La crisi della Maiella Morrone è frutto di errori sui quali va fatta chiarezza e vanno individuati i responsabili”.
L'Opinionista © 2008 - 2024 - Abruzzonews supplemento a L'Opinionista Giornale Online
reg. tribunale Pescara n.08/2008 - iscrizione al ROC n°17982 - P.iva 01873660680
Informazione Abruzzo: chi siamo, contatta la Redazione, pubblicità, archivio notizie, privacy e policy cookie
SOCIAL: Facebook - Twitter