Cinema

“La malattia del desiderio” di Claudia Brignone, la proiezione del film il 21 aprile a Pescara

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Il Vincitore del Premio Jorge Garcia Badaracco “Fondazione Maria Elisa Mitre” al DOCUDI’ 2017 il giorno del Cinema documentario

PESCARA – Venerdì 21 aprile ore 17.30 si conclude a Pescara presso la libreria laFeltrinelli in via Milano (ingresso libero) la Rassegna DOCUDI’ 2017 il giorno del Cinema documentario con la proiezione del film “La malattia del desiderio” di Claudia Brignone.

La Rassegna presenta alcuni dei migliori Film documentari presenti nell’archivio del Festival del documentario d’Abruzzo – Premio Internazionale Emilio Lopez (www.abruzzodocfest.org).

Il film lo scorso 2 aprile 2017, ha vinto il Premio Jorge Garcia Badaracco “Fondazione Maria Elisa Mitre” quale miglior lungometraggio alla settima edizione de Lo Spiraglio FilmFestival della salute mentale, che si è tenuto a Roma presso il MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo e che ha visto la partecipazione, tra gli altri, di Paolo Virzì, che ha ricevuto il Premio Lo Spiraglio – Fondazione Roma Solidale onlus.

La Giuria ha assegnato il premio con la seguente motivazione:

La malattia del desiderio di Claudia Brignone. Un racconto partecipe, e mai retorico, sulle vite di chi è affetto dalla “malattia del desiderio” (la dipendenza). Con grande delicatezza e con estrema verità, Claudia Brignone entra nella complessa relazione tra operatori e tossicodipendenti. Ci racconta queste storie estreme e disperate con uno sguardo sempre attento, misurato, consapevole e mai artefatto. Un lavoro di grande rigore estetico, collocabile nel vivacissimo panorama del Cinema del Reale che negli ultimi anni ha messo in luce alcuni dei migliori registi italiani, tra cui Leonardo di Costanzo, Pietro Marcello, Alice Rohrwacher e Gianfranco Rosi.

Al termine della proiezione, seguirà un dibattito.

La malattia del desiderio di Claudia Brignone, 57′ 2014

Napoli, Fuorigrotta. Sullo sfondo c’è lo stadio San Paolo e sotto la curva A sorge il Ser.t, il Servizio per le Tossicodipendenze. In questo quartiere, che la domenica si popola di tifosi, c’è un luogo che custodisce le storie di medici e pazienti. Per più di due anni ho frequentato il Ser.T ascoltando la voce di chi prova a uscire dalla “dipendenza”, definita dai medici “la malattia del desiderio”. Ognuno sembra avere la sua terapia, anche se spesso si rivela soltanto un tentativo…

NOTE DI REGIA

Stavo lavorando a un video sul tema delle dipendenze per un esame universitario e la prima volta che sono entrata al Ser.t di Fuorigrotta ho avuto paura. Questa sensazione mi ha accompagnata fino a quando ho deciso che a tutte quelle storie e a quelle persone incontrate bisognava dare voce e dignità.

Ho iniziato così a frequentare il Centro più assiduamente per comprendere dinamiche e relazioni che fino a quel momento erano, per me, totalmente sconosciute.

La mia intenzione era raccontare il mondo della dipendenza dal punto di vista della cura. Non mi interessava andare nelle piazze di spaccio o nella cosiddetta “casa abbandonata” dove i ragazzi si “fanno”. Ho scelto quel luogo perché il bisogno di eroina, cocaina, alcool o anche il gioco d’azzardo, veniva paragonato a una malattia.

Questo mio lavoro è un racconto corale. Il Ser.t, contenitore di storie e di vite, è il vero protagonista. E’ stato un periodo lungo e intenso, di conoscenza e di “ascolto”; tra la fase di ricerca e quella delle riprese sono trascorsi più di tre anni. Non sapevo quando avrei smesso di filmare, ne ho preso coscienza solo quando uno dei protagonisti è venuto a mancare. Da quel momento ho iniziato a costruire il senso del racconto con il materiale che avevo. La mia percezione di quel luogo e della dipendenza è cambiata radicalmente.

Ora non ho più paura.

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