1) la necessità avanzata dall’Amministrazione comunale di reperire, con la spesa di 297.023,25 euro, 180 posti auto, con parcheggi a raso nel centro cittadino tuttora in forte degrado;
2) la crescita incontrollata di piante ad alto fusto e le rilevanti sconnessioni, sia del marciapiede che verrà demolito, e sia della sede viaria;
3) il numero dei posti auto può variare in base agli alberi soggetti ad abbattimento, sia per cause naturali che per cause di sicurezza, come previsto dall’art. 52 del DPR 753/80.
Grazie al progettista, la comunità rosetana adesso sa bene che in cinque anni di consiliatura, l’Amministrazione ha lasciato in forte degrado il centro cittadino, la sede viaria e il marciapiede, che pur malridotto invita a passeggiare in quanto è riparato dal freddo invernale e dal caldo estivo.
Inoltre, non ha evitato la crescita “incontrollata” delle piante di cui è custode (art. 2051 Cod. Civ.).
Per quanto riguarda il citato art. 52 del D.P.R. n. 75/1980, essendo i pini di viale Colombo esistenti molto prima del 1980, ne consegue il diritto, per usucapione, di mantenere gli alberi alla stessa distanza osservata quando sono stati piantati.
L’abbattimento è consentito solo nei casi comprovati di pericolo o di stretta necessità, e non per aumentare i posti auto. Gli alberi abbattuti dovranno essere sempre sostituiti con altri alberi (come riportato nei Regolamenti Comunali per la Gestione e Tutela del Verde Pubblico e Privato).
E siccome l’ignoranza dei nostri politici regna sovrana, supportata dall’arroganza di considerarsi padroni del territorio comunale, è il caso di elencare alcune considerazioni basate sulle ricerche medico-sanitarie effettuate in Italia e all’estero, e sulla giurisprudenza:
– gli alberi sono i migliori amici dell’uomo perché producono l’ossigeno indispensabile agli esseri viventi, e assorbono l’anidride carbonica, principale responsabile dell’effetto serra, che provoca l’innalzamento della temperatura dell’aria e della superficie terrestre;
– riducendo l’inquinamento atmosferico, gli alberi riescono a salvare molte vite umane, e a contrastare e ridurre le malattie respiratorie (asma, bronchiti tumori, ecc…), le malattie cardiache, vascolari e quelle legate allo stress;
– la presenza degli alberi contribuisce alla creazione di un ambiente favorevole per gli abitanti, e particolarmente favorevole per i bambini e gli anziani, sia per la presenza di essenze aromatiche, sia per l’effetto di mitigazione del microclima e sia per la loro funzione di barriere frangivento;
– gli alberi riducono anche l’inquinamento acustico attraverso la naturale capacità fonoassorbente, e svolgono un’importante funzione psicologica ed umorale per le persone che ne fruiscono, contribuendo al benessere e all’equilibrio mentale;
– è stato calcolato che in un viale, un filare di alberi antismog, oltre a difendere gli abitanti dalla calura, può abbattere fino al 70% dell’inquinamento prodotto dagli automezzi che lo percorrono;
– riguardo poi alle località confinanti con le ferrovie, occorre realizzare una integrale piantumazione di alberi sempreverdi e fono
– inoltre, come si rileva dalle sentenze della Cassazione, le Amministrazioni locali hanno il potere-dovere di custodire il verde urbano, e in caso di danni causati dalle cadute degli alberi, devono dimostrare di averli curati costantemente, e di aver operato un efficace, regolare ed adeguato controllo per evitarne la caduta, in conseguenza di un decadimento di lunga durata.
Ne consegue, che lo scellerato progetto ideato dalla Giunta comunale, non potrà mai avere il consenso dell’Associazione “Salviamo via Colombo”, costituita dalla stragrande maggioranza degli abitanti. Che oltre alle ricadute negative sopraesposte, e al totale scadimento nel periodo estivo, quando la strada diventa una giungla, dovranno subire anche la svalutazione delle loro case.
E mentre guardo, con riconoscenza, le verdi chiome dei maestosi pini di via Colombo, illuminate dal sole invernale, mi tornano in mente alcune frasi, lungimiranti e condivisibili, del filosofo Dario Antiseri, vincitore del Premio Internazionale alla Libertà:
“I politici, o meglio, la gran parte di essi, vengono considerati, oltre che con distacco, con disprezzo. Senonchè, piccoli uomini, annidati all’interno dei partiti, e protetti da regole scellerate, possono fare grandi danni. E senza regole accettate, condivise e difese, la democrazia deperisce, la società si trasforma in una giungla, dove bande di predoni attrezzati, e i loro servi del momento, la faranno da padroni”.
(a cura di Franco Sbrolla)
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