PESCARA – Serve un modo nuovo di pensare la città, che valorizzi in chiave innovativa le richieste di chi, nella città, vive e lavora. E servono decisioni rapide e trasparenti, che facciano uscire Pescara dall’impasse in cui versa ormai da decenni. È il messaggio partito all’Urban Center di Pescara nel corso del seminario “parteciPE/RiUso 2015”, promosso dall’Ordine degli Architetti di Pescara, che ha visto la nutrita partecipazione di professionisti, istituzioni, costruttori e ambientalisti. Assente il presidente della Regione, Luciano D’Alfonso. A fare gli onori di casa Laura
Nel suo saluto iniziale, il sindaco Marco Alessandrini ha annunciato le linee di sviluppo della città che la sua amministrazione intende portare avanti: “Pescara dovrà essere una città attrattiva, creativa, inclusiva e sportiva. Su questi punti, dopo aver intrapreso un percorso con la Facoltà di Architettura, ora sarà la volta di forum con i cittadini e i portatori di interesse”. In particolare, l’amministrazione intende sfruttare al meglio le tre occasioni di trasformazione urbana: le aree di risulta, l’ex Fea e l’ex Cofa. “Stiamo già lavorando in silenzio e presto annunceremo i risultati di questo lavoro” ha aggiunto Alessandrini, preannunciando una rimodulazione della disposizione di parcheggi, verde e polo culturale nelle aree di risulta, un possibile museo di arte contemporanea nell’ex Fea, coinvolgendo l’artista Ettore Spalletti, e l’idea di un parco tematico per bambini nell’ex Cofa.
In merito a quest’area, Laura Antosa ha annunciato un concorso di progettazione bandito dall’Ordine degli Architetti di Pescara insieme al Consiglio nazionale dell’Oirdine degli Architetti “per colmare – ha detto la presidente – un vuoto e permettere una progettazione partecipata di un’area così importante della nostra città”. La proposta è stata subito sposata dalla commissione Spazio Pubblico dell’Inu (Istituto nazionale di urbanistica) e accolta con favore dai partner dell’Urban Center.
A seguire, l’atteso intervento di Leopoldo Freyrie, presidente nazionale dell’Ordine degli Architetti: “La storia sta cambiando direzione, tutta da decifrare e da governare. Oggi, ad esempio, le scelte urbanistiche devono tenere maggiormente in considerazione gli eventi climatici di quanto non facessero anni addietro, quando influivano più le destinazioni d’uso sui piani regolatori”. Ma soprattutto su un punto Freyrie ha insistito: “Bisogna iniziare a scegliere i progetti prima ancora dei soggetti. Progetti di qualità, che tengano insieme esigenze nuove, come ad esempio quelle delle famiglie di migranti, e che rispondano a domande reali del mercato. Per questo, un progetto è di qualità quando propone valuta e propone esperienze di cohousing, coworking, accessibilità universale, efficienza energetica, riuso intelligente, mobilità sostenibile, ciclo di vita dei rifiuti. In una parola: è il tempo dell’innovazione. Se si sapranno proporre progetti di qualità, innovativi e sostenibili, alzando il livello, sarà anche possibile intercettare la finanza. Bene allora il coinvolgimento della Facoltà di Architettura, ma senza relazioni con le altre forze vive della città non si va da nessuna parte. L’Urban Center è il luogo ideale per questa necessaria trasparenza”.
Per il presidente della Camera di Commercio, Daniele Becci, è giunto il “momento di passare dai dibattiti alle decisioni. Serve una politica che abbia le idee chiare e che decida. A Pescara non si riesce più a decidere, e per questo sta diventando una ex città. Ci vuole molto coraggio per prendere decisioni, ma non si può più vivere nell’immobilismo e nell’incertezza”.
Eppure il momento non è del tutto sfavorevole, come ha dimostrato, numeri alla mano, Lorenzo Bellicini, direttore del Centro ricerche economiche sociali di mercato per l’edilizia e il territorio (Cresme). “Ci sono segnali incoraggianti – ha detto – che parlano di un’edilizia che sta ripartendo. Non ancora in Abruzzo, ma nel resto d’Italia l’occupazione nel settore sta tornando a crescere, così come l’acquisto di macchinari”. Bellicini ha anche dimostrato come il 70 per cento di quanto si è speso in edilizia nel 2014 è stato per ristrutturare, il rimanente 30 per nuove costruzioni: “Sarà essenziale – ha sottolineato – saper intercettare questa dinamica, in termini di capacità progettuale e di innovazione, ma soprattutto di risposta a microdomande che non possono rimanere inascoltate. Rimanere fermi a vecchi modelli non aiuta il settore a rinascere”.
A seguire, una tavola rotonda molto intensa. Per il professor Lucio Zazzara, dell’Università “d’Annunzio”, c’è una forbice tra “l’entusiasmo dell’amministrazione per gli accordi con la Facoltà di Architettura e i silenzi di Palazzo di Città sulle prossime mosse. Nel frattempo, però, si continua a ragionare su progetti vecchi di trent’anni”. Il sottosegretario alla Presidenza della Regione Abruzzo, Mario Mazzocca, ha ribadito l’interesse dell’ente per “una proposta di legge sul contenimento e il consumo di suolo e la rigenerazione urbana”. Silvia Tauro, di Legambiente Abruzzo, ha denunciato le difficoltà burocratiche per chi decide di rottamare, evidenziando che “vera programmazione sarà quella di chi decide di raccogliere le esigenze che nascono dal basso“. Al riguardo, un protocollo per favorire la partecipazione è stato presentato da Raffaella Radoccia, dell’Istituto Nazionale di Urbanistica, su cui si sta lavorando da mesi, per favorire la partecipazione attiva di tutte le parti in gioco. Come Becci, anche Marco Sciarra, presidente di Ance Pescara, ha ribadito che “l’assenza di decisioni fa male a tutti, specie a chi come i costruttori deve investire denaro. Per questo – ha aggiunto – servirebbe anche una leva fiscale per favorire il rilancio del settore”. Pasquale Felicetti, tesoriere Consiglio nazionale degli Architetti, ha concluso ribadendo il ruolo dei professionisti nel rilancio della città e la necessità di decisioni trasparenti, a tutto vantaggio della collettività”.
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