Anche se il Commissario ha dichiarato alla stampa di avere a disposizione fondi per 1 miliardo di euro sul suo conto corrente, al Comune dell’Aquila non è stato trasferito nemmeno un centesimo di euro, nonostante i rendiconti prodotti sono tali da poter permettere l’assegnazione di fondi per pagare questi emolumenti. Ha detto ancora la Pezzopane:
ma nonostante ciò, se non fosse stato per il senso di responsabilità dell’amministrazione comunale, che ha anticipato, pur non essendo tenuta, tre mensilità per un importo complessivo di 28 milioni di euro, i cittadini che hanno chiesto l’autonoma sistemazione sarebbero rimasti a bocca asciutta da gennaio. Un sacrificio notevole che, se ripetuto, potrebbe mettere a repentaglio la stabilità del bilancio comunale. Se è vero che nel conto corrente della struttura commissariale c’è un miliardo di euro, perché Chiodi non ci assegna 60 milioni? Si tratta di una cifra che, da una parte, non scalfirebbe il fondo di cui parla lo stesso Commissario, e che, dall’altra, metterebbe noi in condizioni di saldare tutti gli arretrati alle famiglie in autonoma sistemazione.
Vale la pena di ricordare che questa forma di assistenza è quella basilare, scelta da chi non ha chiesto l’albergo o l’alloggio antisismico o in affitto. E’ davvero iniquo che alla Municipalità non vengano dati i mezzi per attribuire a queste persone ciò che spetta loro. Tale vicenda sta comportando una reazione a catena devastante, in quanto, non vedendo arrivare le somme promesse, molti cittadini interessati stanno chiedendo la casa o l’albergo, rendendo ancora più complesso il già difficile compito dell’Assistenza alla Popolazione.
Questa situazione non può più essere tollerata. Invito il Commissario , se davvero ha questo miliardo di euro a disposizione, ad accreditare immediatamente al Comune dell’Aquila i fondi per il pagamento dell’autonoma sistemazione. In caso contrario, dovrà renderne conto direttamente ai cittadini che stanno attendendo invano il contributo in questione, perché sarà chiesto loro di creare a un’azione energica per reclamare il rispetto di un proprio diritto.
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