PESCARA – Il poeta abruzzese Dimitri Ruggeri, a seguito di una selezione, parteciperà con due video poesie alla VII edizione del Festival Internazionale di videopoesia di Atene che si terrà il 14 e 15 Dicembre 2018 nella capitale greca. Il festival è organizzato da +the Institute [for Experimental Arts] (+Iνστιτούτο [Πειραματικών Τεχνών] ) con il supporto di Void Network e Moving Poems. All’evento partecipano poeti e artisti provenienti da ventisei paesi di tutto il mondo.
L’invito alla partecipazione si aggiunge ai riconoscimenti che le due opere, Krokodil (2018) e Autumn leaves (2017), hanno già avuto. La prima è una video performance in cui il testo poetico di Ruggeri è tratto dal suo libro di poesie Krokodil (2018, Kipple officina libraria) stralcio dell’inedito Bambini e Zanzare (Menzione alla IV Ed. del Premio Bologna in Lettere). Il video è già stato selezionato e proiettato in diversi festival internazionali (UVAQ’s University Short Film Festival in Messico, Social Machinery Film Festival in Canada, Motion Pictures Film Festival -MOPIFF- in Nigeria, Europa Film Festival 2018 in Spagna e Altomonte Festival Euromediterraneo 2018 in Italia). Inoltre la performance è attualmente in tour. La seconda videopoesia è stata selezionata in Ucraina al VI Cyclop Poetry Film Longlist.
Il team dei due video trova una continuità con la collaborazione con altri due professionisti abruzzesi: il regista Marco Di Gennaro e il musicista Roberto Bisegna.
Dimitri Ruggeri continua da più di dieci anni la sua ricerca poetica non solo avvalendosi della video poesia ma anche di performace poetiche, di poesia visiva e in ultimo del poetry slam avendolo importato per primo in Abruzzo e Molise, non lasciando mai in secondo piano la valorizzazione del territorio.
Nel 2019, tra l’altro, Ruggeri sarà il curatore della XV edizione del Premio Hombres itinerante di videopoesia che si terrà in Abruzzo con un Festival internazionale di rilievo, in cui attualmente sono al vaglio della giuria, con il bando appena aperto, più di trecento video poesie provenienti da tutto il mondo.
BIOGRAFIA
Dimitri Ruggeri vive a Pescara, dove attualmente lavora. Laureato in Economia e Commercio presso “La Sapienza” di Roma, ama scrivere da quando è adolescente. Autore di racconti e reportages, viaggiatore in più di cinquanta paesi al mondo, scrive opere in versi avvalendosi di diverse forme espressive per rappresentare la poesia in borghi in disuso e campi agricoli. Al fine di avvicinare il pubblico alla poesia, ha realizzato rappresentazioni teatrali di poesia sperimentale, video e audio-poesie tratte dalle sue raccolte. Scrive poesie da quando aveva circa 15 anni, quando iniziò a frequentare il Liceo come allievo della Scuola Navale Morosini di Venezia. Lì, infatti, lontano dalla sua regione d’origine l’Abruzzo, figlio della nostalgia, iniziò a comporre i suoi primi versi, probabilmente come forma di “difesa”. La passione per la poesia è nata in lui dopo aver letto molti versi e scritto per esercitarsi con un percorso graduale. I poeti del passato che hanno influito di più il suo modo di scrivere sono stati Allen Ginsberg, Cesare Pavese, Umbero Saba, Federico Garcia Lorca, Eugenio Montale, Umberto Saba, Gabriele d’Annunzio, Primo Levi e tanti altri. Ha imparato ad amare anche i poeti della classicità greca e latina, da quelli più celebri Omero, Virgilio, Catullo e Orazio a quelli quasi sconosciuti tra cui Posidippo di Pella, gli epigrammi del quale hanno ispirato delle liriche de “Il Marinaio di Saigon”. Tra gli scrittori in prosa, invece, ha avuto in lui un’influenza determinante Ignazio Silone, che ritiene l’unico scrittore veramente internazionale che, nonostante non sia stato un poeta, attraverso il suo modo di scrivere semplice e diretto, è riuscito a trasmettergli l’indole del “cafone” reazionario.
Le sue fonti di ispirazione
La sua fonte maggiore di ispirazione è la realtà. Cerca di essere un bravo osservatore concentrandosi su quello che vive giornalmente. Quasi tutte le sue poesie, infatti, si riferiscono a qualcosa che ha vissuto; si potrebbe dire che sono il prodotto di quello che è.
La poeticità di Dimitri Ruggeri
Il critico e saggista Vittoriano Esposito ha definito la sua poesia di “reportage” termine che in seguito è stato oggetto di un’ampia esegesi critica da parte della filologa Bruna Capuzza. Una poetica “onesta”, come la intendeva Saba, che piace perché cruda, metallica, diretta, asciutta, senza fronzoli, priva di qualsiasi orpello retorico, ma allo stesso tempo sensuale. Ma tale peculiarità stilistica non la si ritrova in tutte le sue poesie, perché cerca di cambiare continuamente, di sperimentare sempre nuove forme di linguaggio e di stile. Nella raccolta, “Il marinaio di Saigon” ad esempio è andato contro la poesia tradizionale, quasi con intenzione di sfida. Il marinaio è in realtà un pirata che veleggia contro la poesia tradizionale. Ha utilizzato un linguaggio molto diverso per rendere bene questo viaggio metaforico che ha tanti strati, dove ognuno può trovare quello più consono alle proprie aspettative. Preferisce dire di essere stato un artigiano delle parole, più che un’artista e poeta. E in questa raccolta ha cercato l’equilibrio tra una poetica diacronica e una sincronica. La prima sezione dell’opera è chiamata, appunto, “Il Marinaio di Saigon”. I testi sono dei poemi di lunghezza impegnativa paragonabili a tele dipinte di grosso formato; la seconda parte : “Et secunda carmina imperfecta”, invece, è legata alla prima solo temporalmente. Le liriche che ne fanno parte sono bozzetti, quadretti che con un termine classico e leopardiano si potrebbero definire moderni idilli.
La sua sintetica definizione di poesia
La poesia per Dimitri è un atto di creazione. Quando si crea o si genera si mette al mondo un figlio-Pinocchio, che poi si deve crescere e far diventare un Uomo. È un burattino bambino con il cuore umano di adulto che dal legno tenero deve solo essere plasmato. Quando si parla di poesia non si deve pensare a qualcosa di astratto. La poesia, invece, è molto più visibile di quello che si pensa : è generata dal poeta che, prima di ottenere quest’ambito appellativo, deve vivere l’underground del “verseggiatore”. Scrivere poesie può essere un’attività amatoriale alla portata di tutti. Per Ruggeri per scrivere poesie non bisogna essere né dei folli né dei geni bensì persone normali che la amano. Bisogna leggere molto e interrogarsi e capire se sarai oltre che un lettore uno scrittore. Ci si può tranquillamente fermare al primo stadio. Chi va avanti deve sapere che il confine tra l’essere ridicolo e l’essere credibile è molto sottile.
L’immagine del mare
Il mare è una componente importante della sua vita. Ha vissuto prima a Venezia, poi a Roma per più di dieci anni ed ora a Pescara. Tuttavia, essendo nato in Abruzzo e nella Marsica in particolare, una terra di Santi, di Madonne ama anche i suoi meravigliosi monti.
LE SUE OPERE
È autore della trilogia poetica Parole di grano (2007), Status d’amore (2010), Carnem Levare, il Cammino (2008), del racconto e reportage Chiodi e Getsemani, versus Gerusalemme (2010) e della silloge Il Marinaio di Saigon (2013), vincitrice del Premio della critica Gruppo Editoriale L’Espresso – Festival Internazionale poesia di Genova 2014, e di diversi reportages narrativi inediti prodotti viaggiando per più di cinquanta paesi nel mondo. Il racconto La fuga di genere giallo è stato selezionato da Scuola Holden nell’ambito del progetto dell’editore Storiebrevi. Soda Caustica (2014) è la sua ultima silloge dedicata al Centenario del terremoto del 1915 che colpì l’Italia Centrale. L’opera risulta ad oggi l’unica raccolta in versi in lingua italiana interamente dedicata all’evento del terremoto del 1915. È stato recensito, intervistato ed è presente su riviste e quotidiani di arte e cultura tra cui Quotidiano La Stampa Dialoghi in versi, Rubrica di poesia temi Repubblica.it, Rivista Poetarum Silva, Rivista Isola Nera (Patrocinio Unesco), OublietteMagazine, Rivista letteraria Osservatorio Letterario (Ferrara).È ideatore e Direttore Artistico del progetto multidisciplinare artistico di valorizzazione del territorio e degli spazi in disuso Biennale Marsica. È stato curatore e organizzatore del Poetry Slam 2010 nell’ambito della BieM che risulta essere il primo Poetry Slam in Abruzzo e uno dei primi nel Centro-Sud.
A cura di Elisabetta Mancinelli