All’appello rispondono Comuni e Ambiti sociali
TERAMO – Si è svolta ieri mattina una riunione a Teramo in cui il vicepresidente della Provincia,Renato Rasicci ha rivolto un appello ai Comuni attraverso gli Ambiti Sociali a favore del Centro antiviolenza La Fenice.All’incontro hanno partecipato anche la Commissione Pari Opportunità e la commissaria di Parità della Provincia. Rasicci ha ringraziato tutti quelli che in queste settimane hanno aderito all’appello della Provincia, come i Consiglieri regionali Ruffini e Venturoni, che hanno presentato emendamento per il finanziamento del Centro.
Riconoscere il Centro antiviolenza come uno dei servizi sociali essenziali, farlo entrare nei progetti dei Piani d’ambito sociale dei Comuni, lanciare un appello per far rifinanziare dalla Regione la legge 31 del 2008, coperta economicamente solo per 1 anno : una campagna di sensibilizzazione per promuovere delle donazioni volontarie.
Il Centro Antiviolenza La Fenice oggi vive solo grazie allo stanziamento della Provincia che con circa 30 mila euro l’anno, compensa le operatrici di accoglienza (sociologhe, psicologhe, avvocate) ma la cifra, che comunque continuerà ad essere garantita dall’Assessorato al sociale, come ha dichiarato ieri mattina il vicepresidente Renato Rasicci: “non è certo sufficiente a garantire le esigenze di un servizio sempre più richiesto, sempre più necessario e sempre più utile”.
Ha affermato Rasicci: “abbiamo aperto un capitolo per le donazioni al sociale, considerati i tagli dei trasferimenti statali ai Comuni e alla Provincia, al momento ci sono i 5000 euro della Banca BLS e vorremmo anche promuovere una lotteria per una raccolta fondi. Ma il problema è di prospettiva per questo vogliamo stringere un patto anche attraverso un Accordo di programma, con gli ambiti sociali e inserire il Centro, che potrebbe svolgere la propria attività anche in maniera itinerante, fra i servizi da finanziare. Resta aperta la partita con la Regione affinchè rifinanzi la legge istitutiva dei Centri”.
Il centro La Fenice infatti, si occupa di donne provenienti da tutta la provincia: attualmente ne ha in carico 8 da Giulianova; 6 dalla Vibrata; 21 dal capoluogo; 6 dall’area Vomano-Fino; 3 da Roseto. A queste si aggiungono 5 donne provenienti da fuori provincia e 4 da fuori regione.