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La storia di Angelo Mastrangelo, prima garibaldino e poi fervente anarchico

da Redazione

mentanaPESCARA – Angelo Mastrangelo nacque a Pescara, il 1 luglio del 1845, da Salvatore (trentatreenne “calzolaio”) e Maria Giuseppa Simongini (trentacinquenne). L’atto fu registrato dinanzi all’allora Sindaco Costantino Caffè. Anche Angelo scelse il mestiere paterno e divenne apprezzato “calzolaio”. Ma il suo cuore e le sue idee lo spinsero, ben presto, a fare altro. Il 3 novembre del 1867, come “garibaldino”, partecipò combattendo, affianco di Giuseppe Garibaldi, alla “Battaglia di Mentana”.

Quando Giuseppe Garibaldi ripiegò, dopo la sconfitta, nel Regno d’Italia inseguito dai Dragoni Angelo Mastrangelo era con lui. Anni dopo aderì all’Internazionale. Nella notte fra il 7 e l’8 agosto 1874, gli anarchici internazionalisti tentano una insurrezione a Bologna, con la speranza di estenderla poi in varie altre regioni. Quando la colonna anarchica partì da Imola, al comando di Antonio Cornacchia, Angelo Mastrangelo era con loro. L’operazione non ebbe successo, molti furono tratti in arresto, e la forza pubblica compì perquisizioni a tappeto nei luoghi conosciuti come covi anarchici. Per timore di essere arrestato per il tentativo insurrezionale, Angelo Mastrangelo, riparò in Svizzera.

Divenne uno degli uomini più cari ai Andrea Costa (fu tra i fondatori del socialismo in Italia e primo deputato socialista della storia d’Italia) che lo volle come uomo di fiducia dell’AIL (conosciuta anche come prima Internazionale, l’AIL rappresentò uno dei primi riferimenti del movimento operaio). In Svizzera, Mastrangelo, stabilì la sua residenza presso l’osteria “Campredon”, all’ Eaux- Vives, ritrovo degli internazionalisti. Ritenuto da molti come assolutamente affidabile (Carlo Cafiero uno dei leader anarchici se ne serviva per la consegna di missive assai riservate) e da altri solo un mero esecutore di ordini.

Angelo Mastrangelo stabilì la sua residenza anche a Locarno e Ginevra. Nel 1876 si tenne a Bologna il Processo agli internazionalisti che si concluse, il 17 giugno, con una clamorosa assoluzione di tutti imputati. Quindi anche Angelo Mastrangelo potè ritenersi non più ricercato. Decise di rimanere in Svizzera, dove nel frattempo si era sposato, fino al 1877. Poi volle far ritorno in Italia con la volontà, rispettata, di cessare ogni attività politica. Morì a Pescara il 31 gennaio del 1929.

A cura di Geremia Mancini – presidente onorario “ambasciatore della fame”

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