Per il suo provenire dalla Capitale ad Angelo Stoppa i suoi amici e camerati diedero il nomignolo di “Romanino”. Angelo fu poi catturato dai partigiani, nell’inverno del 1944, nel corso del rastrellamento di Arena Po (in quella occasione caddero uccisi sei partigiani). Venne poi tenuto prigioniero a Mezzanino Po assieme al Tenente Milanesi. Infine, il 27 aprile 1945, fu trasferito nelle scuole di Portalbera per essere interrogato e giudicato da tutta la popolazione inferocita (“Bollettino della Società pavese di storia patria”).Processato e condannato a morte con altre tredici dal CLN di Stradella.
Un processo che sembrò con un finale già scritto. Così all’alba del 1 maggio del 1945 Angelo Stoppa e gli altri furono prelevati e trasportati dinanzi al cimitero del paese di Stradella. I ragazzi chiesero, ed ottennero, di essere fucilati al petto. Alle ore 7,30 (altre fonti parlano delle ore 6) di quel mattino il plotone d’esecuzione sancì la loro fine. I testimoni ricordarono che molti di quel ragazzi inneggiarono alla Patria.
Va ricordato che il Colonnello Gino De Scalzi del CLN tentò, inutilmente, di evitare il massacro. Così finiva la vita di questo ragazzo pescarese. La sua dichiarazione scritta ed una sua lettera indirizzata ai familiari sparirono e di queste non se ne ebbe mai più traccia.
A cura di Geremia Mancini – presidente onorario “Ambasciatori della fame”
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