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La storia di Domenico “Dominic” Agostinone da Montesilvano

da Redazione

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MONTESILVANO – Domenico “Dominic” Agostinone nacque a Montesilvano, in provincia di Pescara, in “contrada Macchiano”, il 27 dicembre 1874, da Antonio (trentottenne “contadino” figlio di Sabatino) e di Lucia Torelli (trentaduenne figlia di Antonio). Nel 1901 Domenico decise di tentare il “sogno americano”. Sbarcò ad “Ellis Island” dal piroscafo “Sicilia”. Dopo tre anni tornò a Montesilvano dove sposò, il 21 giugno 1905, Antonetta Mazzocchetti (ventenne “contadina” figlia di Serafino e Domenicangela Di Stefano). Il matrimonio in comune fu certificato dal Conte dottor Marino Delfico. Subito dopo partirono per gli Stati Uniti dove arrivarono il 12 luglio del 1905.

Andarono ad abitare a Meyersdale, Contea di Somerset, in Pennsylvania dove già vivevano Bettina, la sorella di Domenico, e suo marito Pasquale Di Blasio (nativo di Silvi). Successivamente Domenico si trasferì, dopo una breve residenza a Summit Township, nella piccola Bradenville (“città del carbone”) dove lavorò come minatore. Con la moglie aprì un “Saloon” (con annessi taverna, negozio e una sala da ballo) che ebbe un buon successo commerciale. Domenico ed Antonetta ebbero tre figli: Laura Elizabeth (1906-1962); Maria (1908-1909) e Armando (1919-1921). Poi il 7 gennaio del 1938 il piccolo villaggio di Bradenville fu minacciato dall’esplosione e dal crollo di una miniera di carbone che si trovava vicino alle strutture commerciali della città.

L’edificio a due piani di Domenico Agostinone fu evacuato perché aveva preso fuoco. Le pareti della struttura si incrinarono in alcuni punti mentre il terreno franava. Gli avventori, allarmati, raccolsero in fretta le loro cose e fuggirono in strada. Una pioggia battente che si abbatté sulla città durante la notte aumentò il pericolo. La miniera era di proprietà di Charles Lizzie di Latrobe ed era stata inaugurata solo due anni prima. L’arteria principale della città fu chiusa quando si è aprì una grande fessura nel terreno. Andò via la luce e si temette che potesse esplodere la linea del gas. Un inferno che solo l’arrivo dei pompieri di Latrobe e gli equipaggi della “West Penn Power Co.” riuscì a riportare alla tranquillità. Intanto Domenico Agostinone aveva perso tutto e fu costretto a lasciare Bradenville. Andò a lavorare in un’altra miniera. Domenico Agostinone morì a Latrobe, dove si era trasferito dopo la disgrazia, l’8 agosto del 1947.

A cura di Geremia Mancini – presidente onorario “Ambasciatori della fame”

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