Pescara

La storia di Giuseppe Michelucci: 99 anni morì eroicamente sulla trincea francese

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Era nato a Città Sant’Angelo (PE) nel 1893. Nel libro “Company K” vengono ricordate le gesta della sua coraggiosa Compagnia

CITTÁ SANT’ANGELO (PE) – Giuseppe Michelucci nacque, il 10 gennaio del 1893, in Via Cona di Città Sant’Angelo da Liberato e Maria Giuseppa Forcella entrambi contadini. L’atto di nascita fu registrato (al n. 9) dinanzi a “Antonio Avvocato Cav. Coppa Sindaco”.

Nel 1913 Giuseppe decise di emigrare negli Stati Uniti dove lo attendeva suo zio, Giacomo Michelucci (questi era giunto ad “Ellis Island” nel 1903 sulla nave “Prinzess Irene”). Giuseppe ora “Joseph” trovò lavoro nella cittadina di Needham, Contea di Norfolk, in Massachusetts.

Successivamente andò a lavorare anche nella vicina Boston. Lo zio, Giacomo, aveva messo su una bella famiglia ed aveva già cinque bambini a cui “Jack” era attaccatissimo. Tutto sembrava andare verso il coronamento di quel “Sogno Americano” per rincorrere il quale, “Joseph”, aveva lasciato la “sua” Città Sant’Angelo.

Successivamente nel 1917, in Europa si combatteva la Prima Guerra Mondiale, fu chiamato alle armi nel 61° Fanteria della 5° Divisione. Arrivato in Francia fu inquadrato nella “Company K”. Questa Compagnia sarebbe divenuta leggendaria per le sue azioni e per la durezza delle situazioni affrontate. Anni dopo lo scrittore William March scrisse il libro “Company K” che si ispirò proprio alle azioni di quegli uomini.

La “Company K” subì pesanti perdite in vite umane ma la sua azione fu determinante per la vittoria finale. Alla fine di ottobre del 1918 la “Company K” si trovò a combatte, intorno alla cittadina francese di Aincreville nella dipartimento della Mosa, una delle più cruente battaglie della “Grande Guerra”.

Il 27 ottobre ci fu la necessità di sfondare la resistenza nemica. C’era bisogno dei più audaci e dei più coraggiosi per una missione ad altissimo rischio. Per questa si offrì volontario, tra gli altri, anche Giuseppe Michelucci.

Caddero quasi tutti nell’assalto. Il ragazzo abruzzese fu ritrovato morto, accartocciato sul filo spinato, nella terra di nessuno. A lui andò, alla memoria, la “Purple Heart” (decorazione delle forze armate statunitensi assegnata in nome del Presidente degli Stati Uniti). Fu seppellito nel cimitero “Meuse-Argonne American Cemetery” nel comune francese Romagne-sous-Montfaucon nel Dipartimento de la Meuse Lorraine. Ancora oggi , nel più grande cimitero militare americano d’Europa, riposa quel ragazzo partito da Città Sant’Angelo con la sola speranza di un riscatto sociale.

A cura di Geremia Mancini – Presidente onorario “Ambasciatori della fame”

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