Domenica 7 novembre alle 19, presso la Libreria Feltrinelli di Pescara l’autore incontrerà i lettori
PESCARA – Verrà presentato domenica 7 novembre alle 19 presso la Libreria Feltrinelli di Pescara “La Strada … Non fermarti mai!” il libro del giornalista Sergio Ottaviano Mancini edito dalla Opera Editrice. È interessante scoprire i contenuti di questo volume che incuriosisce già dal titolo: la strada intesa forse come una metafora dell’esistenza.
Le strade da percorrere sono tante e non c’è una vita felice ma momenti da prendere al volo! …. Frase emblematica che già suggerisce le intenzioni dell’autore. La vera ricerca infatti inizia proprio dopo aver capito e messo in pratica questo concetto: bisogna saper cogliere l’attimo felice, accontentandosi, anche se ad un certo punto questo non basta più e si va verso un altro tipo di ricerca, quella dell’incontro, che poi arriverà senza preavviso, con la persona dei propri sogni.
Dunque qual è la strada? La donna, intesa in quanto completezza dell’uomo e come sua principale ragione di vita.
L’osservare gli amici che si accontentano di ciò che hanno, seguendo le ormai consuete abitudini, aiuta a vedere la loro rassegnazione, quella che invece non si deve avere in sé. Questo il sentimento del protagonista del libro: osservare e forse anche compatire ironicamente quel modo di vivere in cui anche lui era caduto, perso nei luoghi in cui aveva vissuto e dove oggi torna invece con spirito decisamente diverso.
Quell’isola ora rappresenta la sua infanzia ed adolescenza, quel periodo pieno di emozioni, dello star bene con poco. A distanza di oltre vent’anni tornarci e vedere che nessuno gioca più a pallone nei cortili dei palazzi, ma ama stare davanti al computer, fa capire quanto spesso non si abbia la possibilità di scegliere il proprio stile di vita, ma si venga inglobati negli stereotipi comuni …. Allo stesso tempo quei luoghi nativi mancano al protagonista, nonostante queste sensazioni.
Lui è alla continua ricerca dell’amore, ogni volta riparte, sempre avvolto dal suo forte entusiasmo: ha a che fare con donne di ogni genere, ma è allo stesso tempo imprendibile. Porta in sé la convinzione che nulla accade per caso. La donna che ha amato gli diceva di non fermarsi mai: dopo una lunga ed affannosa ricerca lui si accorge di avere già in sé ciò che cercava. Lei è sempre dentro di lui, in ogni momento, il suo cuore forse ha trovato la pace e lo ringrazia, ma nel contempo il resto rimane in subbuglio.
Quanto c’è di biografico nel libro? Sarà l’autore magari a spiegarlo nelle domande che gli abbiamo rivolto o forse no….
Come mai ha scelto questo titolo per il suo libro? La strada è forse una metafora per indicare un concetto profondo, magari l’andare avanti comunque nella vita e, qualsiasi siano gli eventi a cui la vita ci mette di fronte, cercare di seguire una propria strada appunto?
R – Il titolo del libro “La Strada … non fermarti mai !” è un invito a resistere e continuare a credere in qualcosa, anche quando sfugge e sembra irraggiungibile. Anche se si commettono errori di valutazione o si intraprende un percorso dannoso, bisogna rialzarsi e mai fermarsi o abbandonare il gioco; sperimentare altri percorsi, lungo una strada che dovrà portare ad un epilogo positivo. Il significato è metaforico, poiché ognuno cammina lungo una strada nel suo percorso di vita. Nel caso del mio romanzo, il protagonista sperimenta i percorsi di vita, ma non si ferma mai (e questo crea anche qualche danno), ma soltanto alla fine si rende conto che la strada è per lui … la donna (quella della copertina). Ed è una strada che, finalmente, lo fa sentire in pace, sereno, gioioso, senza bisogno di beni materiali, di cose … ma di una persona che possa percorrere con lui la strada della vita.
Come è nato il libro? Aveva l’esigenza magari di esprimere al meglio se stesso?
Il libro è nato per gioco e per noia, a Pescara, a pochi metri dallo stadio Adriatico, una sera invernale di 4 anni fa. Mentre attendevo il ritorno a casa della donna con cui convivevo (lavorava in tv ed in teatro), ho acceso il pc, ho aperto Word ed ho scritto “La strada” … non so perché, ma dopo pochi minuti, di getto, ho continuato a scrivere per ore … nei ritagli di tempo scrivevo … per due anni, prima di un blocco che è durato circa un anno. L’esigenza è stata quella di raccontare le situazioni che vive “la massa”, non una nicchia di persone, ma che spesso l’ipocrisia non fa emergere. Non avevo l’esigenza di esprimere me stesso, ma quella di descrivere situazioni che spesso sembrano scontate e per questo restano in un cassetto.
A che tipo di pubblico vuole rivolgersi?
R – Il mio libro è scritto in modo semplice, scorrevole, diretto. E’ forse un romanzo popolare, non è per un pubblico che ha “le tasche piene ed il conto in banca gonfio”, non è per gli ipocriti, non è per chi si atteggia a “personaggio”.
Giornalista ed ora anche scrittore: quale il suo approccio alle due professioni e quali invece le differenze?
Mi ritengo un radio-tele-giornalista: tutto nasce dalla grande voglia di parlare che ho avuto fin da bambino e dalla innata curiosità verso ciò che mi circondava. Ho fatto della mia passione un lavoro. L’attività di scrittore è nata in un momento casuale dalle ceneri di un’altra passione: fin da adolescente, infatti, inventavo e scrivevo testi di canzoni mai pubblicati … Le differenze ? Beh, semplice. Il giornalista racconta fatti accaduti e commenta notizie esistenti, pone domande ma non può quasi mai dare risposte: fa informazione. Lo scrittore, invece, può andare a briglia sciolta: esprime il suo punto di vista su tutto, può anche permettersi di rispondere alle domande e, ogni tanto, passare dalle vesti di intervistatore a quelle di intervistato. E questo mi piace molto!.