SPOLTORE – Duello con le spade tra i Cavalieri del 1200 e Sorella Morte, il suono della zampogna, il mazzamurille spirito dispettoso che abita nelle travi delle case, la divinazione dell’acqua, il ponte delle anime perse e la Processione dei Frati morti, cibo della tradizione, il torrone dei morti preparato dal campione del mondo di pasticceria, il M° Federico Anzellotti. Questo e tanto altro nel percorso narrativo introdotto dallo storico Licio Di Biase che domani, mercoledì 1° novembre, dalle ore 19, inizierà per il nono anno consecutivo a Borgo Case Troiano di Spoltore con ritrovo al parcheggio della Motorizzazione civile.
Con la sola luce di torce e candele sarà raccontata la storia dei luoghi, dai tempi dei romani, di cui è stata rinvenuta una sepoltura, all’acquartieramento dell’esercito spagnolo nel corso del 1600, fino ad arrivare ai nostri giorni con la tavola imbandita in onore dei cari che sono defunti.
La tavola apparecchiata nella notte tra il primo e il 2 novembre con le migliori pietanze contadine: pasta all’uovo rigorosamente fatta a mano, pollo al forno con le patate, vino e dolce, per accogliere e rendere più sereno il passaggio delle anime dei propri morti che in quella notte, dice la tradizione, tornano a trovare i familiari e i propri affetti. Il primo novembre alle 19.00 in punto dinanzi alla sede della Motorizzazione civile, con il ‘Racconto dei Luoghi’, prenderà il via la nona edizione de La Tavola dei Morti – La processione dei Frati morti, partendo dal Pozzo dei Guerrieri, ovvero quel pozzo di forma quadrata che, secondo gli anziani, si trova sepolto, è il caso di dirlo, sotto alcuni metri di terra, alla base di una quercia, in quello che oggi è un rondò davanti l’ingresso della motorizzazione. Un pozzo utilizzato da secoli per il ristoro dei soldati e dei cavalli dell’Esercito vicereale spagnolo che dominava il Regno di Napoli, utilizzato anche durante il brigantaggio perché situato a ridosso della ‘rampa’ di accesso verso Pescara, da cui, appunto, la denominazione ‘Villa Raspa’.
Quindi ci recheremo a Borgo Case Troiano, attraversando i campi illuminati da torce e lumini. Un percorso caratterizzato da un racconto su vicende e personaggi che hanno caratterizzato il Borgo stesso. Lungo la stradina del borgo, alla ‘Vutate de lo lope’ dove le donne del posto evitavano di mandare soli i bambini perché un feroce lupo rapiva i primogeniti maschi, si incrocerà la Processione dei Frati Morti che accompagnerà i presenti sino all’orto dove incontreremo lo spirito dispettoso de ‘Lu’ Mazzamurille’ e la ‘tomba del Cavaliere’ con un vero e proprio duello in armatura e spade duecentesche tra cavalieri e Sorella Morte. Allestito, come sempre, l’Altare per il Suffragio delle anime Pezzantelle, di cui si narrerà provenienza e culto, risalendo alle divinità di Ecate e Persefone. All’esterno di ogni abitazione ci saranno dei simboli, come il sacchetto di grano, la scopa rovesciata, la bacinella, il bastone, e, ogni volta, si scopriranno le ragioni di quelle presenze che affondano le radici nella tradizione abruzzese.
La tavola sarà imbandita secondo gli usi del posto, con prosciutto e formaggio, pasta al sugo, pollo e patate, acqua, vino, pane, caffè, biscotti, dolci e frutta. Cibi che non potranno essere consumati dai vivi perché destinati alle anime che passeranno la notte da quella cucina e che potranno ritrovare, come tramanda la tradizione, i piatti tanto amati in vita. Quei cibi, infatti saranno consumati solo il giorno seguente destinandolo ai poveri e bisognosi che elemosinavano fuori dalle chiese. Durante la serata sarà possibile rendere omaggio alla Chiesa della Santissima Trinità, situata nel borgo, e che sarà regolarmente aperta: l’ingresso sarà caratterizzato dalla presenza di un ‘Pulcinella abruzzese’, quale trait d’union tra il mondo dei vivi e quello dei morti, e, secondo le antiche credenze, il primo bambino che entrerà, suonando la campana, libererà un’anima del Purgatorio.
Al termine dell’evento, a tutti i partecipanti sarà offerto gratuitamente il ‘cibo rituale’, anch’esso rigorosamente rispettoso della tradizione costituito da ‘il grano dei morti’, ossia grano saraceno bollito con noci, melograno e mosto cotto, zucca e patate e vino rosso e il Torrone dei morti preparato dal maestro pasticcere, campione del mondo Federico Anzellotti, un’occasione per riscoprire una tradizione diffusa in tutto il meridione sino agli anni ’60 del secolo scorso e che rischia di scomparire.
La manifestazione sarà replicata l’11 novembre nel centro storico di Napoli, per l’ottava volta consecutiva, come evento principale di apertura dei festeggiamenti del Natale lungo napolitano con la processione dei frati morti che attraverserà Spaccanapoli fino alla basilica di San Domenico Maggiore per poi concludersi nel chiostro principale dell’Archivio di Stato. L’evento è completamente gratuito ed è realizzato in collaborazione con le associazioni Gualdana dell’Orso, Camminando Insieme, Beato Marco d’Aviano, Emozioni Italiane Pastry Chef di Federico Anzellotti, Spray Records, Asi, Comune di Spoltore, Comune di Pescara, Regione Abruzzo.
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