TERAMO – È questo il titolo del convegno organizzato dai Rotary Club di Teramo e L’Aquila, dall’Università degli Studi di Teramo e con la collaborazione dell’Associazione Kronos Turismo Collettivo nella persona di Maria Ragionieri. L’evento, tenutosi lo scorso 12 maggio nella Sala delle Lauree del Polo Didattico S. Spaventa, allestita con cura dal Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, presieduto dall’Avv. Tommaso Navarra, ha trattato il tema della tutela, valorizzazione e gestione del grande patrimonio archeologico che vanta l’Abruzzo ai fini dello sviluppo economico regionale dell’intero territorio regionale.
I siti archeologici di Campovalano e Fossa, rappresentati dai sindaci Federico Agostinelli e Fabrizio Boccabella, che hanno partecipato attivamente al dibattito nel corso della giornata di lavoro, sono stati identificati come aree simbolo su cui si sono concentrati gli interventi dei vari relatori.
Dopo i saluti e l’introduzione all’evento di Patrizia Masciovecchio e Giammario Cauti, presidenti rispettivamente dei Rotary Club di L’Aquila e Teramo, sono intervenute le funzionarie della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio: per la provincia dell’Aquila Alberta Martellone e per la provincia di Teramo Gilda Assenti hanno parlato della tutela e della valorizzazione dei siti suelencati, ripercorrendone la storia, le peculiarità e le unicità, e messo in evidenza le opportunità legate alla conoscenza dei territori, anche nell’ambito della pianificazione urbanistica.
Dopodiché è intervenuto il Capitano Manuel Curreri, del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale L’Aquila, ultimo nato dei 16 nuclei operativi a livello nazionale, che ha esposto alla platea l’importante ruolo svolto dai carabinieri a salvaguardia del patrimonio archeologico.
“I crimini contro il patrimonio culturale, al di là della sottrazione o distruzione di opere, cagionano un grave nocumento alla conoscenza scientifica, in ragione della perdita di tutte le informazioni che consentono di ricostruire le vicende che hanno segnato la storia dei vari territori, nonché del danno inferto alle future generazioni che non avranno la possibilità di conoscere le proprie origini e identità culturale”.
I siti archeologici e i luoghi di rilevanza storica oltre ad essere un patrimonio culturale di tutti, costituiscono importanti attrazioni per i turisti di tutto il mondo. In particolar modo l’Italia, grazie alla presenza di un immenso patrimonio archeologico e storico-culturale, si posiziona tra le mete favorite da chi desidera includere questi luoghi nella propria esperienza di visita. Il turismo archeologico risulta, pertanto, ampiamente praticato e assume nell’epoca contemporanea nuove forme, caratteristiche e contesti di fruizione che lo rendono accessibile al pubblico globale dei turisti.
Sulla base di questo incipit si è articolata la relazione dell’archeologa Andrea Di Giovanni del DiLASS Università degli Studi “G. d’Annunzio” Chieti – Pescara, allieva della scuola del Professor Vincenzo D’Ercole.
Il convegno si è concluso con il dialogo tra il professor Bernardo Cardinale, Presidente del Corso di Studi in “Economia” presso l’Università degli Studi di Teramo e i sindaci dei Comuni di Campli e di Fossa, dove si è ribadito che la vita e la gestione dei beni culturali viene garantita solo grazie ad alcune fondamentali funzioni, tra cui la tutela, la valorizzazione e la fruizione. Esse costituiscono i presupposti necessari per garantire non solo che il bene duri nel tempo, ma anche che possa svolgere un ruolo attivo per la comunità diventando una fonte di attrattività turistica, non solo per i comuni ma per tutto l’Abruzzo.
“È stata una giornata estremamente formativa – ha dichiarato Giammario Cauti – con interventi di elevato contenuto che hanno fornito, a tutti i presenti, numerosi spunti di riflessione che vanno necessariamente approfonditi, anche con il coinvolgimento di referenti regionali e ministeriali”.