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L’abruzzese Antonio Pompilio fu un buon ciclista verso la fine degli anni ’30

da Redazione

Per i francesi divenne Antoine Pompillo, il “Paris-soir” arrivò a definirlo, nel 1936, “le Champion de Paris”. Vinse anche una corsa a Leningrado

pompilioSAN MARTINO SULLA MARRUCCINA (CH) – La storia di Antonio Pompilio, ciclista abruzzese, è quasi sconosciuta anche al mondo del ciclismo. Eppure questo atleta nato nel 1913, con ogni probabilità, a San Martino sulla Marruccina (CH) sembrò, per un breve periodo, destinato a diventare un campione. Figlio di emigranti abruzzesi corse tra i professionisti, da non accasato, per quattro anni dal 1936 al 1939.

Il 15 aprile del 1937 fu naturalizzato francese e così divenne Antoine Pompillo. Nel 1936 arrivò secondo al “Circuit de l’Indre (corsa ciclistica organizzata dal 1926 al 1982. Gara di un giorno con arrivo a Châteauroux. Tra i vincitori di questa corsa figurano Jean-Louis Danguillaume, Seán Kelly e Bernard Hinault. Nel 1977, il grande Eddy Merckx vi arrivò secondo). Nel luglio del 1936 vinse un criterium partito da Boulogne su un percorso lungo 183 chilometri. In quella occasione il “Paris-Soir” titolò: “Le Champion de Paris”. Nel 1938 arrivò terzo nella Nancy-Strasbourg battuto allo sprint dal lussemburghese Paul Frantz e dal belga Paul Émile André. Nel 1939 servì l’esercito francese a Metz. Il 14 maggio del 1939, sempre nella Nancy-Strasbourg arrivò primo battendo Mantovani e Panier. Ebbe un momento di grande popolarità quanto a Leningrado, in un confronto franco-sovietico, batté il campione locale.

Il giornale “L’Humanité” così riportò: “ Gli sportivi di Leningrado hanno incontrato sulla loro strada il ciclista francese Antoine Pompillo, sulla distanza di 50 chilometri. All’arrivo Pompillo ha vinto allo sprint, dopo aver percorso i 50 chilometri in un’ora 29 minuti e 56 secondi”. Poi Antonio Pompilio scomparve dal panorama ciclistico. Una traccia ci porta a pensare che a inizio anni settanta vivesse a Villejuif ( nel dipartimento della Valle della Marna nella regione dell’Île-de-France).

A cura di Geremia Mancini – presidente onorario “Ambasciatori della fame”

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