La mostra “Razza Umana” sarà visitabile fino al periodo natalizio
PESCARA – Il capoluogo adriatico ospiterà fino al periodo natalizio “i giganti” di Oliviero Toscani. Dopo averli ammirati nel cuore della città , in piazza Salotto, ora sarà possibile farlo in un altro luogo simbolo. L’Aeroporto internazionale d’Abruzzo è infatti la nuova sede della mostra “Razza Umana”: i ventuno totem, contenenti 63 gigantografie di Toscani, saranno allestiti nell’area antistante l’ingresso dell’aerostazione, facendo da cornice al terminal . La mostra si colloca nell’ambito del ciclo “L’angolo dell’arte”, che riveste l’aeroporto d’Abruzzo del ruolo di polo aggregativo – culturale per i visitatori e i passeggeri in transito.
“Razza Umana” è il viaggio fotografico con cui Oliviero Toscani ,artista di fama internazionale , ha attraversato i paesi della nostra penisola per documentare le facce degli italiani e di chi risiede in Italia, cogliendone differenze e somiglianze. Il fotografo con il suo team ha allestito veri e propri studi fotografici nelle piazze per scoprire le diverse morfologie, per cogliere le espressioni, le caratteristiche fisiche, sociali e culturali di persone comuni .
“Con RAZZA UMANA Toscani riesce a stabilire un rapporto quasi socratico con le persone di strada, dove allestisce un piccolo set fotografico con panno, come si faceva una volta, ma senza regressione o gioco di estetismo antiquariale, Toscani segue la necessità del momento, dello scatto della fotografia con la quale coglie, ferma, fotografa per costruire questa enciclopedia la plurale dell’umanità ma per farla coesistere. Non per tratteggiare differenze fisiognomiche ma per dimostrare che queste differenze arricchiscono l’umanità. Allora tornando alla prima domanda: a cosa serve la fotografia, rispondo: la fotografia serve a rendere plurale il soggetto, a potare l’artista fuori dal proprio delirio di onnipotenza, ad indicare la possibilità di convivenza, diciamolo”.
Così Achille Bonito Oliva, direttore artistico del Premio Fondazione ARIA, racconta “Razza Umana”, il viaggio fotografico che Oliviero Toscani ha compiuto tra Italia, Israele e Guatemala, per studiare l’uomo, nelle sue sfaccettature socio-politiche, culturali e antropologiche.
«È con estremo piacere che l’aeroporto d’Abruzzo ospita le opere del maestro Oliviero Toscani, nell’ambito dell’ampio progetto dal titolo “Razza umana” – ha dichiarato Lucio Laureti, presidente Saga. La mostra rientra nel programma di diffusione di opere artistiche nel contesto aeroportuale. Ritengo che in tal modo il flusso di passeggeri e accompagnatori provenienti da ogni parte d’Europa abbia la possibilità di intercettare attori/autori per la valorizzazione della cultura. La posizione strategica dell’aeroporto d’Abruzzo all’interno dell’area metropolitana – ha concluso Laureti – va utilizzata per questi scopi».
Questo luogo di passaggio, di arrivi e di partenze, ben si coniuga con l’anima di questa mostra che si sviluppa attraverso due elementi fondamentali: l’ “Uomo” raccontato da Oliviero Toscani nel progetto Razza Umana, ed il “Luogo” quotidiano in cui egli vive.
«Razza Umana di Toscani – spiega Mariantonietta Firmani, presidente del Cts della Fondazione ARIA – esprime nel suo profondo l’origine e sostanza inequivocabilmente unica di tutti gli esseri umani, anima ed esplicita l’unicità irripetibile di ogni singolo individuo, richiamando per contro alla superiorità dell’uomo che sa ergersi oltre il proprio ego, costruendo un mondo di condivisione e socialità dove il noi amplifica e giustifica l’io. Quando l’opera d’arte, è capace di racchiudere e trasmettere valori universali non può stare nei musei, relegata “all’ora di educazione artistica” ma deve stare nella vita quotidiana di ogni singolo individuo, fruibile tutti i giorni in ogni istante, da quello più felice a quello più buio e disperato. Penso alle parole di Cristian Norberg-Schulz in “Genius Loci” del 1979: “l’individuo non può raggiungere la presa esistenziale tramite solo la conoscenza scientifica; per far questo egli ha bisogno di simboli, opere d’arte che rispecchino situazioni esistenziali, opere che conservano e trasmettono significati”».
Ecco che si spiega perfettamente la scelta di Fondazione ARIA, di spostare i giganti di Toscani, in un altro luogo di socialità, ponendo un ulteriore tassello al suo primo, intenso anno di attività. Un anno caratterizzato dalle mostre fotografiche realizzate grazie agli scatti dei ragazzi partecipanti al premio Fondazione ARIA, dagli stimolanti incontri con gli eccellenti giurati del concorso. Tutti autori di rilievo del panorama intellettuale italiano (Achille Bonito Oliva, Oliviero Toscani, Elio Fiorucci, Silvia Evangelisti, Mario Botta, Anna Mattirolo). E poi ancora dalla nutrita serie di eventi musicali che hanno caratterizzato ARIA Musica, le performance nate con l’intento di sottolineare con il linguaggio universale della musica il tema della prima edizione del Premio Fondazione ARIA, traducendo in note le molteplici sfaccettature della “Razza Umana”.
«Con questa ulteriore azione abbiamo voluto mostrare ancora una volta quanto l’arte e la cultura possano calarsi appieno nella vita quotidiana di tutti – ha dichiarato la presidente di Fondazione ARIA, Elena Petruzzi. Tra gli obiettivi primari della nostra fondazione è sempre stata centrale la contaminazione tra produzione culturale, industria e territorio. Individuando l’Aeroporto, luogo di incontro ormai fondamentale nella nostra società, quale sede di una mostra d’arte come quella di Toscani, riteniamo di essere riusciti nel nostro intento primario».
Intervenuto telefonicamente alla conferenza stampa di presentazione della nuova location delle gigantografie, il maestro Oliviero Toscani ha dichiarato: « “Razza Umana” è il frutto di un lavoro di ricerca iniziato alcuni anni fa. Seppur presente in piccola parte, nell’aeroporto d’Abruzzo, la mostra riesce comunque a risaltare l’unicità e la bellezza di ciascuno. Siamo abituati a canoni della bellezza dettati da un sistema televisivo dove regna la volgarità, ma dovremmo capire che non esistono persone brutte e dovremmo riflettere su questo. Un ulteriore elemento importante per questa mostra è che consente di guardare negli occhi questi ritratti, in una società dove non siamo abituati a guardarci veramente». Toscani ha inoltre ricordato che così come accade nell’aeroporto abruzzese, altri 160 ritratti realizzati nel suo viaggio fotografico sono esposti presso l’aeroporto del Guatemala, negli spazi destinati agli arrivi, accogliendo così i passeggeri.