PESCARA – Il sindaco di Pescara Luigi Albore Mascia commentando il provvedimento varato dal Governo che ha ricompreso Pescara tra i 31 aeroporti di interesse nazionale, a differenza di altri scali, tra cui quello di Brescia, Cuneo, Parma o Foggia, declassati a scali di interesse regionale , ha detto che la scelta del Governo di confermare l’aeroporto di Pescara come scalo di rilevanza nazionale ribadisce e sottolinea la centralità ormai assunta dal capoluogo adriatico nel panorama nazionale, e soprattutto rappresenta il giusto riconoscimento dell’impegno profuso dalla struttura di gestione amministrativa dell’Ente che è riuscita a tagliare il traguardo del mezzo milione di passeggeri nell’ultimo anno.Inoltre smentisce le forze politiche del centro-sinistra che appena qualche mese fa avevano già lasciato prefigurare il declassamento dello scalo,accusando la politica di centro-destra che, a loro dire, non aveva saputo valorizzare le nostre infrastrutture territoriali.
Ha sottolineato il sindaco:
la politica portata avanti negli ultimi cinque anni dal centro-destra sull’Abruzzo a ogni livello ha sempre puntato, in maniera forte e convinta, nella valorizzazione delle nostre infrastrutture, dalle ferrovie al porto sino all’aeroporto. Come dimenticare le battaglie portate avanti a livello istituzionale quando le Ferrovie decisero di tagliare alcune corse notturne, poi ripristinate; impossibile sottacere la lunga battaglia politico-amministrativa per riuscire a restituire agibilità al nostro porto canale, una battaglia tutt’altro che conclusa, ma che purtroppo si è giocata interamente sui tavoli romani proprio perché parliamo di uno scalo portuale di rilevanza nazionale, sul quale dunque né Comune né Provincia né Regione avevano e hanno competenza d’azione e d’intervento diretta. E poi lo scalo aeroportuale, che di fatto in cinque anni è cresciuto e si è trasformato in un gioiello, sul quale la Regione ha investito finanziamenti ben consapevoli della sua rilevanza. Un aeroporto che ormai si è affermato lungo la fascia centrale del Paese quale scalo privilegiato sulla linea dei low cost, ritagliandosi quella fetta di utenza che ci ha permesso di tagliare in brevissimo tempo il traguardo del mezzo milione di passeggeri, peraltro in un periodo storico in cui, a causa della crisi, si viaggia meno e con rotte più brevi e meno onerose. Eppure Pescara ha saputo giocarsi la partita sul mercato, vedendo crescere, in controtendenza con il Paese, il proprio bacino. E la conferma della bontà della politica portata avanti sino a oggi è stata confermata dalla decisione del Governo che, nel piano di riordino degli aeroporti italiani, ha compreso Pescara tra i 31 scali di rilevanza nazionale, al pari di Roma Fiumicino, Milano Linate e Malpensa, Orio al Serio a Bergamo, Napoli, Torino, Venezia e Bari, solo per citare alcune delle maggiori città. Non solo: tale decisione è ancora più rilevante se consideriamo che consentirà al Governo di razionalizzare e concentrare i propri sforzi economici e investimenti sugli aeroporti che rientrano nei piani infrastrutturali europei, ovvero per Pescara si spalancheranno ora le porte di nuovi interventi infrastrutturali di ulteriore potenziamento dello scalo.