“Voglio tornare a stare bene, perché voglio fare del bene pure io per gli altri” Lorenzo Costantini
LANCIANO (CH) – Palloncini bianchi, bandiere a mezz’asta, esercizi commerciali con le saracinesche abbassate, lacrime ed abbracci ecco come è stato accolto ieri il capitano della Primavera della Virtus Lanciano, Lorenzo Costantini il calciatore di venti anni prematuramente scomparso a causa di una rara forma di leucemia. Lorenzo, era di ritorno da Philadelphia dove era andato per curarsi grazie alla solidarietà di molti, è lì che ha incontrato anche la morte. Alle esequie hanno partecipato al gran completo tutto lo staff dirigenziale e tecnico della Virtus Lanciano, a partire dalla prima squadra fino ai settori giovanili della Virtus Lanciano e del Pescara calcio rappresentato dal Direttore Giorgio Repetto, la Renato Curi Angolana.
A rappresentare le istituzioni era presente nella doppia veste di Sindaco di Lanciano e Presidente della Provincia di Chieti, Mario Pupillo.
Erano circa in duemila nella Cattedrale della Madonna del Ponte di Lanciano, altri duemila sono rimasti fuori sul sagrato della chiesa ad ascoltare la cerimonia funebre che è stata concelebrata dall’arcivescovo di Ortona – Lanciano, monsignor Cipollone.
Ed è stato proprio l’arcivescovo a ricordare Lorenzo ad inizio della funzione funebre:
“Come avrete letto oggi (ieri per chi legge) Il gol che Lorenzo ha fatto è stato quello di far venir fuori il buono di tutti quanti, il dramma di un ragazzo e della sua famiglia ha reso tutti capaci di guardarsi dentro e fare quello che era nelle proprie possibilità, dai calciatori più famosi, che hanno dato il loro contributo, alle persone più umili. Nella disperazione di un ventenne che muore, c’è una speranza che si accende nel cuore di tutti, che in ognuno abita l’amore. E Lorenzo ha fatto emergere questo”.
Parole toccanti sono state pronunciate durante l’omelia dall’arcivescovo di Ortona – Lanciano, in cui ha evidenziato:
“La speranza di vittoria non si è realizzata ma il bene creato attorno a Lorenzo resta. E se il gol – dice l’arcivescovo – fosse immolare la sua vita perché cambi la vita di tutti? Impariamo a impostare la nostra esistenza su solidarietà e amore, Lorenzo sul campo di gioco era un difensore ma nella vita era un attaccante ed è qui che ha fatto il suo gol , non per salvare se stesso, bensì per aiutare al cambiamento gli altri dando degli esempi di vita sull’amore e non l’odio”.
Passaggio centrale dell’omelia dell’Arcivescovo Emidio Cipollone, è stato quanto ha affermato:
“Il miracolo è stato quello di raggiungere in breve tempo la somma di 600 mila dollari che sembrava impossibile, eppure è arrivata con carità e generosità. Ringrazio la famiglia di Lorenzo che ha chiesto di proseguire con generosità ad aiutare la piccola Iaia, una bimba di 6 anni che ha bisogno anche lei di cure costose”.
Al termine della cerimonia che in tanti hanno ascoltato attraverso dei megafoni fuori dalla chiesa una lettera toccante è stata letta da uno dei suoi amici più cari di Lorenzo, in cui ha ricordato così il giovane:
“i veri guerrieri non mollano mai, invece per te non è stato così grazie amico mio, per avermi fatto capire i veri valori della vita sempre disponibile, allegro e cordiale, non sarà facile imitarti ma, prenderò esempio da te”.
Poi a seguire le parole del Sindaco Mario Pupillo:
“Grazie Lorenzo, per tutto ciò che hai fatto non ti dimenticheremo mai”.
Terminata la cerimonia il feretro è stato accompagnato fuori la chiesa dai compagni di squadra di Lorenzo e dagli amici più cari che in lacrime hanno salutato per l’ultima volta il loro capitano insieme al volo di molti palloncini bianchi. Poi il viaggio verso il cimitero, ciao Lorenzo.