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Lanciano,Cabaret: appuntamento con Ivaldo Rulli

da Gulizia Leonello

LANCIANPO (CH) – Oggi ,  26 marzo alle 21.30 al teatro Fenaroli di Lanciano secondo appuntamento con  la XI Edizione del Festival Nazionale Adriatica Cabaret, nell’ambito della stagione teatrale 2010/2011 del teatro Fenaroli di Lanciano, con lo spettacolo di IVALDO RULLI.

Ivaldo Rulli, nasce a Castel Frentano, si laurea a pieni voti in Medicina Veterinaria a Bologna ma la grande passione per la recitazione e lo spettacolo lo porta a frequentare il Teatro Antoniano. Scrive e pubblica alcune opere, recita commedie d’Autore come Eduardo De Filippo, Goldoni e Pirandello. Traduce in dialetto abruzzese “La bottega del caffè” portandolo in scena in tutti i teatri abruzzesi. La grande attività svolta in questi anni gli ha consentito di proporsi come cabarettista emergente e di acquisire una grande esperienza di palcoscenico e di rapporto con il pubblico.

La matrice dialettale, utilizzata spesso come intercalare nei suoi pezzi, lega un cabaret impegnato satirico a uno più popolare e accessibile, corredato di uno spirito dissacrante e goliardico. Un cabaret, il suo, acuto e con risvolti satirici decisamente coinvolgente dove si alternano anche spazi musicali per cimentarsi a volte con una chitarra, a volte con un mandolino ed a volte con un violino. Nel 2002 debutta con “Di chi siè lu Fìje?”, spettacolo di cabaret dove la ricerca di un dialetto antico fa assaporare, con i suoi personaggi, una comicità del tutto inusuale e quasi dimenticata.

Ed è qui che compaiono personaggi che in poco tempo diventano famosi e familiari, come ad esempio:”Zà Cuncettìna di Pallòtte”, “Salvatore Corona”, “Paga Nino”, “Zio Peppino” e “Carmelo Pene”. I suoi personaggi sono delle vere e proprie trasformazioni fisiche che si caratterizzano con linguaggi tipici e costruiti su figure comuni ma molto particolari. Nel suo ultimo spettacolo parla dell’ Abruzzo e della sua gente evidenziando le caratteristiche legate alla cultura, alla tradizione e al paesaggio e ne trae un quadro brillante dove la comicità è il giusto condimento per meglio servire l’immagine della “terra di pastori” così come si è trasformata in questi ultimi anni.

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