Inaccettabile l’esclusione dalla riunione in cui si parlava di percorsi, segnaletica e interventi: é limitare le potenzialità del territorio
L’AQUILA – I presidenti delle Asbuc, da quelli di Aragno e Arischia, Paolo Barone ed Elia Serpetti, passando per gli altri, hanno ritenuto inaccettabile che l’assessorato al Turismo del Comune dell’Aquila abbia indetto una riunione riguardante i percorsi, la segnaletica e altri interventi per il Gran Sasso invitando a partecipare alcuni degli organismi e degli operatori interessati ma, a livello di enti territoriali, la sola Asbuc di Assergi con l’esclusione delle altre Asbuc che ricadono nel territorio pedemontano e del Consorzio Aquilano per il riconoscimento e la promozione dei prodotti agroalimentari locali. Per loro si tratta non soltanto di un comportamento scorretto ma anche di una mancanza di visione del territorio montano, delle sue esigenze e delle sue potenzialità
Secondo Luca Tarquini, presidente del Consorzio Aquilano, vi è forse una non conoscenza delle problematiche concrete, per questo alle riunioni dovrebbero partecipare innanzi tutto gli esperti dei vari settori, altrimenti ci si riduce a una politica di annunci e ‘cartellonistica’ che per anni è stata contestata ad altri.
Per Daniele D’Angelo, consigliere delegato alla montagna, lo sviluppo montano va inteso in modo organico, con un approccio ampio e la collaborazione non soltanto di tutte le Asbuc del comune dell’Aquila, ma anche dei territori limitrofi fino alle altre regioni: da Amatrice e Campotosto verso ovest, fino a Prati di Tivo verso est e a tutto il versante teramano. Soltanto una visione ampia della fascia montana e pedemontana può consentire la realizzazione di un progetto sostenibile dal punto di vista ambientale ed economicamente valido che esalti l’attrattività del territorio, consenta lo sviluppo delle piccole frazioni e offra agli operatori dei settori interessati, dal turismo all’allevamento, la possibilità di una vita dignitosa.
Pensare di fare il bello e il cattivo tempo in ambito montano senza conoscerlo e senza una visione che vada oltre l’area di Assergi, Fonte Cerreto e Campo Imperatore significa non soltanto limitare le stesse potenzialità di quella che certamente è l’icona della montagna aquilana, ma anche e soprattutto condannare allo spopolamento e inibire qualsiasi possibilità di crescita per l’intero territorio, proprio adesso che stanno per arrivare le risorse per un piano d’area completo e organico. In un momento come questo, ciò che è accaduto ieri non è immaginabile. D’Angelo ritiene che l’assessore al Turismo dovrebbe rivolgere delle scuse formali alle Asbuc, al Consorzio Aquilano, a lui stesso e ai cittadini dell’Aquila e delle frazioni.