L’AQUILA – Con l’esibizione de I Solisti Aquilani al MUNDA si è conclusa venerdì sera la sesta edizione de I Cantieri dell’Immaginario, la rassegna organizzata dall’Assessorato alla Cultura del Comune dell’Aquila, in collaborazione con Società Aquilana dei Concerti Barattelli, Solisti Aquilani, Istituzione Sinfonica Abruzzese, Gruppo e-Motion, Teatro Brucaliffo, Associazione culturale Teatrabile, Associazione Musica per la Pace, Quarto di Santa Giusta- Muspaq, Kiasma Abruzzo e la partecipazione del Conservatorio “A. Casella” dell’Aquila.
Trenta giorni di programmazione, con 58 eventi, tutti ad ingresso gratuito, 42 spettacoli musicali, di danza contemporanea, teatrali, 7 interventi di performing arts dedicati ai bambini, 5 incontri con giornalisti, artisti e autori, 2 mostre di arte contemporanea, laboratori di teatro, danza contemporanea e di teatro di strada e 14 prime rappresentazioni assolute, oltre alla presenza di 500 artisti.
L’edizione 2017 ha superato la soglia dei 16.000 spettatori, programmando gli eventi in 30 diverse location di cui 21 agite per la prima volta.
La rassegna, anche quest’anno ha toccato luoghi insoliti e suggestivi, tra cui alcuni ex cantieri restituiti di recente alla città, Palazzo Cappa, il Chiostro del Convento di Santa Chiara, Palazzo Pica Alfieri, Palazzo Carli Benedetti, la scalinata di San Bernardino, che si sono aggiunti ad altri palcoscenici già sperimentati nelle precedenti edizioni, l’Auditorium del Parco, il Ridotto del Teatro Comunale, il MUNDA, il Monastero di Sant’Amico, Palazzetto dei Nobili, Parco del Castello. Scenari originali ed inediti sono stati il Santuario della Madonna d’Appari, l’Auditorium
ShigeruBan, la Chiesa di S. Giuseppe, la Basilica di San Bernardino, palazzo ex Unicredit, Piazza Santa Giusta, il parco di Collemaggio, Piazza Duomo e alcuni vicoli della zona rossa, dove ha fatto irruzione il teatro di strada e quello sensoriale.
A testimonianza di quanto la manifestazione si configuri come motore di promozione del ricco patrimonio artistico e monumentale della città e di ricerca delle nostre radici storiche e culturali.
A calcare la scena della sesta edizione artisti e ospiti di livello nazionale ed internazionale quali Gino Paoli, Davide Riondino, Massimiliano Pitocco e la sua fisarmonica, Gaetano Magarelli, Armando Carideo e Maria Morozova-Melendez che hanno ridato voce agli organi storici della città, Ugo Pagliai, il maestro Josè Maria Sciutto, Paola Quattrini, Tonino Battista direttore d’orchestra e compositore, il contrabbassista Daniele Roccato, il percussionista Ghavi Helm Mohammad, l’inviata Rai Lucia Goracci con il suo reportage in scenari guerra, Primo Di Nicola, l’artista di strada Adrian Schvarzstein, i danzatori Cristina Masson, Juan Leiba e Carlos Corral.
Inediti e seguitissimi i laboratori d’arte per bambini, come emozionante il percorso sensoriale in zona rossa ispirato al romanzo di Dacia Maraini. Quest’anno la rassegna si è arricchita anche di due mostre di arte contemporanea.
“Un mese ininterrotto di spettacoli, che il pubblico ha seguito con l’affetto e la partecipazione di sempre, a testimonianza di come l’evento sia entrato nel cuore degli aquilani- ha commentato l’assessore alla Cultura e al Turismo Sabrina Di Cosimo- Vedere le piazze sempre gremite è un segnale di quanto la cultura riesca a rivitalizzare il tessuto sociale di questa città Una manifestazione che continuerà ad esistere con l’obiettivo di soddisfare gli interessi di tutti i cittadini e di valorizzare e promuovere i beni culturali e le eccellenze che il nostro territorio esprime”.
“La sesta edizione de I Cantieri dell’Immaginario si è conclusa con l’ambito e consueto successo di pubblico che da sempre caratterizza l’evento- ha aggiunto il direttore artistico Antonio Massena- Musica, danza contemporanea, teatro, arti performative, mostre d’arte hanno affascinato per oltre un mese gli spettatori nelle trenta location divenute scenografia delle proposte artistiche. Luoghi ricostruiti dell’immenso patrimonio architettonico della città sono diventati non solo siti di fascinazione artistica ma anche e soprattutto luoghi di incontro e confronto, insomma di reale coesione sociale”.