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L’Aquila, Cialente: “la gente vuole case mobili per soluzioni rapide”

da Direttore

L’AQUILA – Lo si era da tempo ipotizzato e ad oggi rischia di essere il problema principale del “dopo terremoto”. Mentre infatti si lavora a pieno ritmo per la costruzione delle case antisismiche, protezione civile e sindaco si interrogano sul futuro dell’Aquila.

Il numero di abitazioni che saranno disponibili per settembre ed ottobre non sembrano sufficienti al grande fabbisogno espresso non solo dagli abitanti delle tendopoli (che a breve saranno chiuse) ma anche dei tanti ospitati nelle strutture alberghiere che pian piano stanno abbandonando.

Ben 4500 alloggi per ospitare circa 15 mila sfollati. Uno dei problemi è legato appunto alla tipologia della costruzione che si teme non sia in numero sufficiente come mono e bilocali. Con i lavori già avviati e in diversi casi quasi conclusi appare infatti difficile una prospettiva di adattamento dell’abitazione ad altre esigenze e pertanto molte aziende che hanno ricevuto l’appalto propongono la costruzione di case aggiuntive.

A conti fatti con il piano Berlusconi tra chi andrà nei nuovi alloggi (15000 persone), chi nelle villette (2300), chi nella cittadella della Finanza (2000) e chi nelle case dei parenti, si arriva a circa 30000 per chi ha una casa di categoria E e F. Purtroppo le esigenze al momento indicano oltre 36000 persone e questi numeri implicano la necessità di adoperarsi in nuove ed immediate soluzioni aggiuntive.

Secondo il sindaco del capoluogo, Massimo Cialente, la soluzione va trova nella realizzazione di più case “mobili” invece di aggiungere nuove case antisismiche:

serve una barca di case e la gente vuole case mobili per soluzioni rapide. Per le case prefabbricate ci vuole troppo tempo.

Ottimista il vice capo della Protezione Civile, De Bernardinis che conferma entro fine mese l’attuazione del programma di smantellamento delle tendopoli:

Abbiamo cominciato a ridurre le tendopoli partendo dall’esterno e cioè dai paesi limitrofi per poi stringere verso L’Aquila, dove con gradualità si affronterà il problema delle aree di assistenza.

Gli ultimi dati alla mano forniti indicano una diminuzione delle persone presenti nelle 125 aree di accoglienza e che gradualmente si sta riducendo il numero degli abitanti presenti sulla costa (da 26111 a 25918) e di quelle assistite dalla Protezione civile (da 43025 a 42238).

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