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“L’Aquila degli altri”: un atto d’amore verso la città

da Redazione

Presentazione L'Aquila degli altriIeri a Palazzo Fibbioni-Lopez la presentazione del volume edito da L’Una

L’AQUILA – “Un atto d’amore verso la città dell’Aquila”, così il professor Carlo De Matteis, già docente dell’Università degli Studi dell’Aquila, ha voluto definire il volume L’Aquila degli altri. Come l’hanno vista viaggiatori e forestieri, edito dalla casa editrice dell’Ateneo aquilano, L’Una.

Un libro che raccoglie le descrizioni della città da parte di oltre trenta autori, fortemente voluto e curato dal professor Raffaele Morabito, docente dell’Università degli Studi dell’Aquila, con la collaborazione di Maddalena Carbone, Gioia Chiostri e Viviana De Vecchis.

La presentazione del volume si è svolta ieri nella sala Cesare Rivera di Palazzo Fibbioni- Lopez a L’Aquila, riscontrando un buon successo di pubblico. Ad aprire i lavori, la rettrice dell’Università degli Studi dell’Aquila, professoressa Paola Inverardi, che ha definito il libro “un modo originale di ricordare la città”, lasciando poi la parola al professor De Matteis, che ha introdotto il tema di L’Aquila degli altri: “una storia dei riflessi degli altri, ovvero di tutti coloro che hanno visitato la città e hanno lasciato la loro testimonianza” .

Presente all’incontro anche il dottor Ivano Marchi, già direttore degli Istituti italiani di cultura di New York, San Paolo e Lione, che ha considerato L’Aquila degli altri come uno splendido volume da conservare, tanto per la sua eleganza tipografica, tanto per la “finezza del dettato e il delicato tono elegiaco che attenuano la tragicità del presente”. Il contributo dei viaggiatori arrivati a L’Aquila è, secondo quanto detto da Marchi, un modo per conoscere meglio la propria storia e acquistare maggiore consapevolezza del tempo che stiamo vivendo.

Il professor Morabito, a L’Aquila da quasi 45 anni, ha dichiarato di sentirsi ormai aquilano ed è stato dopo il terremoto che ha percepito la necessità di scrivere dell’Aquila secondo, però, una prospettiva particolare:

“Un giorno, – ha raccontato il prof. Morabito – poco prima di prendere l’autobus che mi avrebbe riportato a Roma, mi fermai a guardare la facciata della Basilica di San Bernardino e mi resi subito conto di vederla in un modo tutto nuovo che esaltava la sua straordinaria bellezza. Fu allora che mi chiesi come la città doveva essere apparsa a tutti coloro che l’hanno visitata, descritta e raccontata e che proprio il loro punto di vista poteva contribuire a far prendere coscienza agli stessi aquilani della bellezza dell’Aquila”.

Al lavoro di ricerca hanno collaborato le dottoresse Maddalena Carbone, che ha descritto i criteri di ricerca e di selezione dei testi, Gioia Chiostri, che ha presentato alcuni passi del volume, e Viviana De Vecchis, che ha illustrato le immagini storiche e le fotografie contenute nell’iconografia del libro.

L’Aquila degli altri, con i testi di personaggi come Strabone, Paolo Diacono, Cesare Ripa, Stendhal, Richard Kappel Craven, Karl Ulisses von Salis Marschlins, Anne Mac Donnel, Raffaele Colucci e con le immagini storiche di Pico Fonticulano, Gustavo Strafforello, Edward Lear, confrontate con le fotografie attuali di Francesco Cardarelli e Patrizio Migliarini, permette di ripercorrere la storia della città, offrendo spunti di riflessione su ciò che è stata in passato e ciò che può essere in futuro.

Tra presente e futuro si colloca, infine, il progetto fotografico di Antonella Finucci, realizzato dopo il sisma del 6 aprile 2009 e inserito nel volume come testimonianza della situazione attuale e come messaggio di speranza.

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