Otto milioni di metri quadri di bosco andati letteralmente in fumo, probabilmente per mano dell’uomo. La Sezione locale LNDC offre il proprio aiuto a cittadini in difficoltà e alla Protezione Civile per l’assistenza ai selvatici in fuga dall’inferno
L’AQUILA – Non sembra avere sosta l’incendio che da giorni sta devastando l’Abruzzo, Regione Verde d’Europa. Nonostante l’incessante lavoro portato avanti per domare le fiamme, sono già andati letteralmente in fumo ben 800 ettari di bosco e il rogo si sta pericolosamente avvicinando alla città, in particolare è ormai molto vicino al quartiere di Pettino. Lo spiegamento di forze messo in campo per contrastare il fuoco è imponente: diversi canadair ed elicotteri prendono acqua dai vicini laghi di Campotosto e del Vetoio mentre centinaia di persone tra volontari della Protezione Civile, Vigili del Fuoco e militari lavorano a terra.
“Siamo ovviamente molto preoccupati per questa situazione ma per fortuna il nostro canile è dall’altra parte della città, quindi al sicuro”, fa sapere Maurizio Bergamotto – Presidente della Sezione locale LNDC. “Ci mettiamo a disposizione dei cittadini che dovessero avere problemi con i loro animali per aiutarli a superare questo drammatico momento. Inoltre offriamo la nostra collaborazione, anche con il Nucleo di Guardie Zoofile Volontarie, alla Protezione Civile per quanto riguarda i selvatici in difficoltà e in fuga dalle zone andate a fuoco. Davanti a questi eventi è importante non agire in maniera improvvisata ma con volontari competenti e il coordinamento delle autorità preposte”.
“Sono profondamente addolorata per quanto sta accadendo in Abruzzo”, afferma Piera Rosati – Presidente nazionale LNDC Animal Protection. “Parlare di 800 ettari bruciati potrebbe non rendere l’idea della vastità del disastro. Si tratta di ben 8 milioni di metri quadri, una superficie impressionante. Il mio pensiero va a tutti gli alberi e le piante distrutte ma soprattutto a tutti gli animali selvatici che, attanagliati dal terrore, nella migliore delle ipotesi sono riusciti a fuggire rimanendo senza casa ma tantissimi altri saranno purtroppo morti nel tentativo di scappare da quell’inferno”.
“È inquietante pensare che tutta questa distruzione e morte sia, a quanto pare, stata causata per l’ennesima volta dall’uomo. Sembrerebbe infatti che siano stati trovati alcuni inneschi e che l’incendio sia dunque di natura dolosa. Se le indagini dovessero confermarlo, mi auguro davvero che in qualche modo si riesca a risalire ai responsabili e punirli adeguatamente. Chi compie questi gesti danneggia irrimediabilmente la natura e tutti noi”, conclude Rosati.