Il Coronavirus ha fermato i cantieri e rallenterà i lavori. La ricostruzione privata é realizzata al70% quella degli immobili pubblici al 30%
L’AQUILA – Ricorre oggi, 6 aprile, l’undicesimo anniversario del terremoto che sconvolse L’Aquila e gli aquilani e provocò 309 vittime. Prima dello stop causato dal Coronavirus, nel capoluogo erano attivi circa 500 cantieri per la ricostruzione post sisma 2009. Un dato che merge dai documenti dell’Ufficio Speciale per la Ricostruzione. Come riporta l’Ansa, l’intera struttura lavora in smart working ma questo non ha fermato l’attività del lavoro burocratico, tanto che a marzo l’Usra ha smistato pratiche per 20 milioni. Alla ripresa dei cantieri quindi ci saranno altri 20 milioni pronti a partire.
Secondo il direttore Salvo Provenzano dalla data del sisma l’Ufficio per il settore privato ha erogato il 78% degli 8 miliardi stanziati, e all’atto pratico la ricostruzione privata è compiuta al 70%. Il restante mancante è nel centro storico aquilano e nelle frazioni e anche in questo caso riguarda i nuclei antichi.
Diversa è la situazione degli immobili pubblici, restaurati al 30%. Mancano soprattutto le scuole: prima dello stop proseguivano celermente i lavori per due istituti, la Mariele Ventre di Pettino e Arischia, che sarebbero stati consegnati entro giugno per essere pronti alla ripresa dell’anno scolastico. A questo si aggiunge il via ai bandi per altre 5 scuole. Nel centro storico dell’Aquila sono fermi insomma soprattutto gli immobili pubblici e ad un calcolo sommario anche una ventina di agglomerati privati, alcuni dei quali di grandi dimensioni.
“Avevamo fatto delle stime di termine della ricostruzione entro il 2012/2022: ma ora ovviamente i tempi si allungheranno. Sottolineo però che qualora si volesse prendere a modello la ricostruzione del Friuli, lì si chiude in circa 15 anni“, chiude Provenzano.