L’AQUILA – Nella fase di completamento degli sgomberi dalle tende pareri discordanti degli ospiti che per differenti motivazioni continuano a preferire di restare nel posto restando in disaccordo con le alternative proposte.
In primis le ragioni legate al lavoro e allo studio ma anche una questione “affettiva” di vero legame con la propria terra. Non appare semplice il compito della Protezione Civile che tra collocazioni in alberghi e case di tela sta cercando di curare caso per caso e ascoltare le varie esigenze poste dai cittadini.
Viaggiare per spostarsi nei luoghi di lavoro o studio infatti resta un’ipotesi ai più “antieconomica” (basti pensare ai costi per gli spostamenti quotidiani) e sale il rischio di vedere impoverita una gran parte della popolazione rimasta in cassaintegrazione o addirittura senza lavoro. La paura resta sempre quella di vedere una diversità di trattamento a seconda delle categorie di appartenenza. Se infatti dal punto di vista delle collocazioni a ciascuno è stata data una o più soluzioni alle tende per i sostegni economici alcuni lamentano una disparità di trattamento.
Dopo una prima fase di collocazione d’urgenza delle popolazioni in postazioni più confortevoli soprattutto per far fronte ad un inverno ormai già alle porte ci sarà molto da lavorare per far ripartire la macchina economica e mettere in condizione gli stessi cittadini di poter essere inseriti nel più breve tempo possibile in ambiti lavorativi in particolare nella situazioni di emergenza come nelle famiglie numerose o in quelle che hanno maggiori emergenze.