A confronto tecnici e politici , presso la Dimora del Baco, nell’evento promosso da Quagliariello
L’AQUILA – Sala gremita presso la Dimora del Baco, all’Aquila, per l’incontro tra esperti di calibro internazionale, esponenti politici e rappresentanti delle istituzioni, dedicato alla sicurezza sismica e alla ricostruzione post-terremoto, promosso ieri pomeriggio dalla fondazione Magna Carta del senatore Gaetano Quagliariello per presentare, fra l’altro, un disegno di legge organico in materia.
“La sicurezza sismica e la ricostruzione post-terremoto sono e devono essere considerate priorità nazionali – ha detto Quagliariello, candidato del centrodestra nel collegio uninominale Senato L’Aquila-Teramo -, e proprio dall’ascolto reciproco tra tecnici e politici è nata la proposta di un disegno di legge organico in tema di prevenzione, sicurezza e ricostruzione. Sul fronte della ricostruzione, bisogna prendere atto del fallimento di un approccio meramente burocratico che rischia di determinare ritardi e lungaggini.
Serve un metodo che non si fermi al semplice ‘pietra su pietra’, ma alla rivitalizzazione urbanistica e architettonica sappia accompagnare una visione del territorio”.
All’evento ha portato il suo saluto il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, che ha sottolineato come “un grande piano per la messa in sicurezza del Paese deve essere inserito tra le priorità dell’agenda politica. L’analisi di ciò che è stato fatto, o non è stato fatto, all’Aquila, nel post terremoto – ha affermato -, può essere determinante nelle scelte gestionali e programmatiche post 4 marzo”.
Gianni Chiodi, già presidente della Regione Abruzzo, ha ricordato i suoi tre anni “intensi e difficili” da commissario del governo per la ricostruzione, “durante i quali – ha detto – abbiamo fatto un lavoro straordinario per chiudere l’emergenza post-sisma e per avviare la ricostruzione. Mi rammarico che il governo Renzi–Gentiloni non abbia saputo, per bieche motivazioni politiche, trarre insegnamento da quanto di buono sia stato fatto a L’Aquila, abbandonando a loro stesse le popolazioni colpite dai terremoti del 2016 e 2017”.
Sul versante tecnico, Bernardino Chiaia, vice rettore del Politecnico di Torino, fra i massimi esperti europei di ingegneria sismica, ha ipotizzato un piano di interventi ad ampio raggio articolati su quattro livelli: “La messa in sicurezza del patrimonio immobiliare attraverso una normativa più coerente, incentivi economici e impiego di tecnologie innovative; la massimizzazione della resilienza degli ambienti urbani; il coinvolgimento di capitali privati rispetto alle calamità naturali; un piano di formazione della popolazione”.
Per Gaetano Caputi, della Scuola nazionale dell’amministrazione, “è ormai imprescindibile approntare un processo stabile di gestione che superi la fase della prima emergenza, mettendo mano a una riforma strutturale stabile delle procedure e dei ruoli di tutti gli attori che consenta di evitare la dispersione a pioggia di risorse prive di una canalizzazione all’interno di un disegno organico e predefinito”.
Quanto agli aspetti sismologici, Gianluca Valensise dell’Ingv (Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia) ha spiegato “la frustrazione dei sismologi italiani nel vedere che ad ogni nuovo terremoto, che fatalmente colpisce zone la cui pericolosità è nota anche nei dettagli, si ripete la tragedia già vista tante volte. Oggi più che mai – ha concluso – è necessario che la politica si allei con la società civile per affrontare una volta per tutte il problema sismico in Italia, abbandonando miopie, egoismi e convenienze”.