Si appropriava della somme di denaro riscosse per le pratiche di accatastamento
L’AQUILA – È stato in queste ore notificato dai militari del Nucleo Polizia Tributaria della Guardi di Finanza dell’Aquila un provvedimento di sospensione dall’esercizio di un pubblico ufficio per la durata di 12 mesi e di sequestro preventivo per un importo pari ad euro 6.900 emessi dal locale G.I.P. nei confronti di un tecnico responsabile del servizio Documenti Catasto Fabbricato dell’Agenzia delle Entrate – Ufficio Provinciale di L’Aquila Territorio. Il provvedimento giudiziario giunge al termine di un’indagine di P.G., avviata nel gennaio dell’anno in corso dai finanzieri del capoluogo abruzzese, coordinati dalla locale Procura della Repubblica, a seguito di alcune anomalie riscontrate e segalate dagli Uffici dell’Agenzia delle Entrate con riferimento a talune operazioni svolte da un proprio funzionario.
Le investigazioni, avviate sulla scorta delle anomalie rilevate dal predetto Ufficio Finanziario e da questo opportunamente segnalate con apposita denuncia presentata presso gli Uffici del locale Nucleo Polizia Tributaria, permettevano di appurare la commissione di gravi e reiterate condotte illecite da parte del responsabile del servizio catasto fabbricati dell’Agenzia delle Entrate dell’Aquila. Questi, avendo in ragione dell’incarico ricoperto la disponibilità di somme di denaro derivanti dal pagamento dei tributi per le pratiche catastali di nuovo accatastamento delle proprietà immobiliari o per variazioni catastali di edifici già esistenti, si appropriava della somma complessiva pari ad euro 1.400 omettendone il versamento all’Erario e consegnando, per ricevuta, agli ignari presentatori delle istanze (di accatastamento) quietanze relative a pratiche di anni precedenti.
Le indagini condotte attraverso l’attento e capillare esame del carteggio gestito dal funzionario infedele, anche tramite l’assunzione di testimonianze di soggetti terzi, facevano inoltre emergere gravi episodi di concussione. Più in particolare veniva accertato che l’indagato aveva costretto un professionista a consegnargli, nel periodo dal gennaio del 2011 al novembre del 2014, la somma complessiva di euro 5.500 per la registrazione di nr. 100 pratiche edilizie secondo un preciso tariffario che teneva conto della tipologia degli immobili da accatastare. Il concusso, per evitare “intoppi” aveva dovuto infatti consegnare al funzionario 50 euro in più, oltre al tributo dovuto, per ogni pratica relativa ad unità immobiliari singole e 100 euro in più se la pratica riguardava più unità.
Al termine delle indagini il pubblico funzionario veniva pertanto deferito alla locale A.G. per i reati di peculato (art. 314 C.P.) e concussione (art. 317 C.P.) e, successivamente, colpito dal provvedimento (notificato in data odierna) di sospensione dall’esercizio delle proprie funzioni e di sequestro per euro 6.900, corrispondente al valore delle somme illecitamente ottenute. L’operazione di servizio appena conclusa testimonia la particolare attenzione riservata dal Corpo della Guardia di Finanza alla lotta all’illegalità nella P.A. che, come noto, altera le regole della sana competizione tra imprese, danneggia gli operatori onesti facendo lievitare il costo dei servizi pubblici.