L’opera del gruppo e-Motion è un percorso artistico emozionante che invita gli spettatori a farsi stranieri
L’AQUILA – Saranno tre le tappe internazionali che aspettano il gruppo E-Motion, con una propria produzione Apriti ai nostri baci, 27 maggio, a New York e due produzioni ospiti: Demetra di e con Anouscka Brodacz il 22 maggio ad Haiti al PAP-lab di Port au Prince e Crossover il 23 maggio, di Manolo Perazzia a Eupen (Belgio), all’interno del festival TanzArt.
L’appuntamento più prestigio è sicuramente quello del 27 maggio, Apriti ai nostri baci-studio sul concetto di muro per IDACO festival (Italian Dance Connection) organizzato da Flusso Dance Project in collaborazione con Istituto Italiano di Cultura di New York al Baruch Performing Arts Center.
La rassegna coinvolgerà più di venti compagnie di danza, artisti e registi provenienti da tutto il mondo per un incontro di esperienze artistiche nella Grande Mela.
Apriti ai nostri baci, nasce da una sinergia artistica tra Francesca La Cava-direttore artistico di EMotion – che cura regia e coreografia, Guido Barbieri per la drammaturgia, Fabio Cifariello Ciardi ideatore della musica originale e live electronics.
Cifra stilistica di Francesca La Cava insieme al suo gruppo e-Motion è una ricerca del gesto che da vita a coreografie che sono viaggi poetici e introspettivi all’interno dell’essere umano e della società contemporanea.
L’idea di Apriti ai nostri baci – studio sul concetto di muro, nasce dalla necessità e dal desiderio di riflettere sul valore simbolico acquisito, tra il Novecento e il Duemila, da un elemento architettonico ed edilizio apparentemente insignificante e puramente funzionale come il muro.
In realtà il muro ha iniziato ben presto, nella storia delle idee, ad assumere una precisa connotazione simbolica. Non a caso ha assunto una posizione di privilegio, nella mitologia classica, da quando Ovidio lo ha elevato a “protagonista silenzioso” del mito di Piramo e Tisbe. Ed è proprio alle parole di Ovidio che è ispirato, come si può facilmente intuire, il titolo del progetto.
Oggetto dello “studio” drammaturgico sul concetto di muro sono dunque alcuni muri reali, concreti tra i molti che sono nati, e che continuano a nascere, lungo i solchi più profondi del pianeta. Ad esempio il muro di sabbia che separa il Marocco dal Sahara Occidentale, il muro di Tijana, ossia la barriera di sicurezza che divide il Messico dagli Stati Uniti, la Peace Lines di Springmartin Road a Belfast, cioè la parete di cemento che divide la comunità cattolica da quella protestante, la barriera di dodici chilometri lungo il fiume Evros che separa la Grecia dalla Turchia, le inferriate costruite per separare Ceuta e Melilla dal territorio del Marocco e infine il muro di cemento che per 790 chilometri chiude in un cerchio quasi perfetto l’intero territorio della Cisgiordania.
I “materiali di costruzione” del “muro di scena” saranno costituiti dai corpi dei danzatori. Saranno loro a costruire e a de-costruire, ad alzare e ad abbattere le barriere che di volta in volta prenderanno forma. I muri della storia, quelli di Belfast o della Cisgiordania, saranno solamente “dipinti”, proiettati sui corpi “nudi” dei danzatori. Le figure umane saranno dunque al tempo stesso schermo e materiale, riflesso della realtà, ma anche superficie mobile, instabile, inquieta, in costante e perenne movimento. Le moltitudini di donne, di uomini e di bambini che sono stati divisi, in quest’ultimo mezzo secolo, dai muri del mondo diventeranno dunque, nello spazio della rappresentazione, parte, anzi essenza di quell’intollerabile, opprimente, ingiusto strumento di separazione».
LA SCHEDA
coreografia e interpretazione: Francesca La Cava
drammaturgia: Guido Barbieri
musica originale: Fabio Cifariello Ciardi
video: Salvatore Insana
scene e costumi: Chiara Defant
disegno luci: Carlo Oriani Ambrosini
foto: Paolo Porto
produzione: GRUPPO e-MOTION con il contributo del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, della Regione Abruzzo e del Comune dell’Aquila
residenze e coproduzione: Festival Oriente Occidente, CID Centro Internazionale della Danza di Rovereto (TN) e I Cantieri dell’Immaginario
con il sostegno per le residenze di ACS Abruzzo Circuito Spettacolo
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