L’AQUILA – Questo pomeriggio dalle ore 18, presso il Ridotto del Teatro Comunale dell’Aquila, concerto da camera dei Fiati Italiani che presenteranno per la 39° Stagione Concertistica dell’ISA, un quintetto con pianoforte.
Saranno eseguite le seguenti composizioni: F. FARKAS Antiche Danze Ungheresi del sec. XVII, F. DANZI Blaserquintett in Fa Magg. op. 56 n. 3, W. A. MOZART Quintetto in Mi bem Magg. Kv 452, G. VERDI Nabucco Ouverture. Fanno parte della formazione i seguenti musicisti: Sandro Carbone Flauto, Maurizio Marino Oboe, Antonello Pellegrini Clarinetto, Giovanni D’aprile Corno, Alfonso Patriarca Fagotto, Ivana Francisci Pianoforte
BIO – Formazione abruzzese che inizia la sua attività concertistica nel 1992 con l’intento di riunire alcuni tra i migliori musicisti italiani provenienti da più orchestre del panorama musicale nazionale. La Società Italiana della Musica e del Teatro promuove l’attività del gruppo concertistico che ha tenuto concerti nei maggiori teatri italiani ed internazionali. I Fiati Italiani collaborano stabilmente con musicisti di riconosciuta fama e valore, hanno inciso per le case discografiche IKTIUS di Milano, MONDO MUSICA VERLAG di Monaco di Baviera, edizioni Menabò, AULIA. Hanno tra l’altro registrato diversi programmi televisivi e radiofonici per la RAI, Radio 3, TV Italia, Canada NTV, Rete Globo Melbourne, Tele+. Dal 2000 hanno iniziato una proficua collaborazione artistica con I Solisti del Teatro alla Scala di Milano.
La formazione per fiati e pianoforte presenta un programma di altissimo pregio musicale: composte nel 1959 le Antiche danze ungheresi del XVII sec., sono il frutto di un attento studio che Farkas riservò ad antichi manoscritti del repertorio semi-colto ungherese. Scritte da musicisti sconosciuti per esecutori dilettanti hanno la freschezza del popolare cui si è aggiunta l’ignota mano di qualche compositore di genio. Queste danze racchiudono tutta la poetica di un autore che meriterebbe una più approfondita riscoperta per l’originalità delle sue creazioni e l’energia inesausta della sua tecnica compositiva prova di straordinario talento. Gemma fra le gemme, come venne definito da Gehon il Quintetto per pianoforte e fiati Kv 452, composto da Mozart nel 1784: di questo Quintetto il grande musicologo, direttore d’orchestra e compositore austriaco Bernhard Paumgartner, tra i maggiori studiosi e divulgatori dell’opera di Mozart, ebbe a scrivere: “Esso rimane ancora oggi il più nobile esempio di musica da camera per strumenti a fiato. Beethoven lo tenne evidentemente a modello, componendo il suo Quintetto Op. 16; ma non lo superò. Perla rara a conclusione del programma la Sinfonia da Nabucco per trascrizione di Joachim Linckelmann: l’apparente facilità di tradurre per fiati una partitura caratterizzata di marzialità patriottica, ma anche di suggestivi momenti poetici, può essere solo frutto di una superficiale considerazione, Linkelmann ha dotato di ulteriore carattere questa Sinfonia portandola a livelli di altissima intensità musicale, omaggio de I Fiati Italiani al compositore di Busseto nel suo anniversario.
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